RECENSIONE RESIDENT EVIL 3
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[Recensione] Resident Evil 3 – Nemesis è tornato!

Negli ultimi anni abbiamo assistito al boom dei Remake. A nostro avviso si tratta di una scelta intelligente e vantaggiosa sia per le aziende videoludiche che per i fan. Se per le software house i remake sono fonte di “soldi facili” a causa dell’effetto nostalgia per i fan rappresentano la possibilità di rigiocare titoli passati con la tecnologia odierna. Ovviamente tutto ciò ha senso a patto di pubblicare un remake che abbia rispetto della versione originale. Un chiaro esempio di remake riuscito è rappresentato da Resident Evil 2, titolo che riportava alla luce il titolo originale del 1998. Come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione infatti, Capcom è stata in grado di creare un remake fedele al passato ma adatto alle meccaniche moderne. Le ottime vendite hanno quindi convinto l’azienda nipponica a resuscitare un altro must della celebre serie zombie. Stiamo parlando di Resident Evil 3: Nemesis, rilasciato nel lontano 1999 su PS1. Inutile dire che dopo aver provato la demo il nostro hype è salito alle stelle. A un giorno dal rilascio ufficiale eccoci dunque con il codice finale del titolo. Capcome sarà riuscita ad essere all’altezza anche questa volta? Scopriamolo insieme! Questa la recensione di Resident Evil 3 Remake; vi auguriamo una buona lettura.

recensione resident evil 3

SI TORNA A RACCOON CITY

Fin dai primi istanti di gioco risulta chiaro che Capcom ha voluto creare un gioco scoppiettante. I primi momenti sono decisamente spettacolari e vi catapultano subito nel mezzo dell’azione. Oltre ad un’atmosfera tipica di Resident Evil 7 (capirete il perchè giocando), le prime fasi si giocano la carta Nemesis, l’enorme Tyrant creato nei laboratori Umbrella Corporation. La trama di fondo rimane la stessa ma viene raccontata in modo più coeso e realistico. La nostra Jill Valentine deve ancora fuggire da Raccoon City e ancora una volta, ad aiutarla troveremo Carlos Oliveira. Tra l’altro, i personaggi sono scritti in maniera profonda e carismatica, raggiungendo una caratterizzazione decisamente superiore a quella dei loro alter-ego del passato. Procedendo con l’avventura però, il nostro hype ha seguito una curva discendente. Questo perchè RE 3 Remake taglia diverse fasi del titolo originale, rendendo l’esperienza di gioco poco longeva. L’intera campagna ha una durata di circa sei ore, comprendendo la risoluzione di enigmi e l’esplorazione generale. Se per un FPS nessuno griderebbe allo scandalo, in un survival horror come Resident Evil una longevità così ridotta lascia un po’ di amaro in bocca. Vi basti sapere che l’intera sezione della Torre dell’Orologio è stata tagliata, così come la presenza di alcuni nemici e personaggi iconici. La delusione è maggiore se consideriamo cosa Capcom è stata in grado di fare con il remake di Resident Evil 2 che, tra le altre cose, poteva contare su due campagne, seppur simili tra loro. Nonostante queste clamorosa pecca, dobbiamo ammettere di aver apprezzato il modo in cui la storia viene raccontata, anche grazie ai tanti documenti che approfondiscono il background narrativo.Fortunatamente, il gioco assicura una buona rigiocabilità. Al termine della prima run potrete sbloccare infatti difficoltà aggiuntive e mettere alla prova la vostra bravura. Presenti anche una serie di sfide che, una volta completate, vi daranno dei punti con cui acquistare costumi e oggetti aggiuntivi. Siamo sicuri inoltre che gli speedrunner troveranno di che divertirsi grazie al punteggio finale, basato su tempo, morti e numero di salvataggi.

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UN HORROR TRAVESTITO DA ACTION

Chi si aspettava un survival horror in stile Resident Evil 2 rimarrà deluso. Questo perchè Resident Evil 3 è un horror travestito da action, come del resto lo è il suo “antenato”. Si tratta di una scelta che abbiamo apprezzato e che rispetta lo stile più action del predecessore. Tra l’altro, paragonare il gameplay dei due remake sarebbe pressoché inutile, in quanto riferiti a giochi decisamente diversi. Già all’epoca, infatti, RE3 aveva uno stile meno spaventoso e più improntato all’azione, come dimostravano le tante munizioni disponibili. Quanto detto ci porta a constatare che la difficoltà di Resident Evil 3 è più bassa dell’altro remake. Per questo, consigliamo a chi preferisce un livello di sfida maggiore, di partire subito in difficoltà estrema. Analizzando il gameplay vero e proprio, Capcom ha aggiunto o modificato alcune delle meccaniche di RE2 Remake. A nostro avviso si tratta di un lavoro certosino che stringe l’occhio ad uno stile più action senza tuttavia rivoluzionare il gameplay in sé. La prima cosa che noterete è l’alto numero di munizioni e cure che troverete nel corso dell’avventura. Questo perchè il gioco vi obbliga a sparare e ad uccidere zombie, anche a causa dell’alta densità con cui sono posizionati. In altri termini, fare scorta di colpi non sarà più così importante come in passato. Oltre alle armi da fuoco, Jill potrà contare sul coltello che, a differenza di RE2, avrà durata illimitata. Potrete quindi abusare della lama, anche se non potrete utilizzarla per fermare una presa. Ciò che incide maggiormente sulla visione action del gioco è la schivata, già presente nel titolo originale. Fortunatamente la meccanica è stata animata decentemente, al contrario di quello che accadeva in passato. Ciò non significa che la schivata vi renda completamente invulnerabili in quanto richiederà un tempismo perfetto per andare a segno. Tornano anche le sessioni con Carlos che, nel remake, sono state ampliate rispetto all’originale. Nonostante l’approccio più action, Resident Evil 3 mantiene le meccaniche tipiche della serie. Tornano, ad esempio, la gestione di un inventario limitato, la possibilità di “craftare” oggetti o, ancora la risoluzione di puzzle ed enigmi (seppur in maniera molto limitata). Le tante munizioni sono inoltre compensate da un’automira pressoché inesistente (a meno che non giochiate a difficoltà facile), da movimenti “pesanti” e da nemici piuttosto ostici. Le meccaniche appena descritte permettono quindi di equilibrare la natura del gioco, mantenendo il giusto bilanciamento tra horror ed action. Tra l’altro il titolo non manca di jumpscare e di altre trovate atte a terrorizzare il giocatore. Prima su tutte la presenza del Nemesis, che torna in gran stile.

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NEMESIS IS BACK!

Il Nemesis di Resident Evil 3 è una degna riproposizione della sua copia originale. Fin dai primi momenti di gioco, il Tyrant ci starà sempre con il fiato sul collo, riportando alla mente le lunghe (e spaventose) sessioni su PS1. Al contrario di Mr.X, Nemesis può correre, saltare o utilizzare i suoi tentacoli per afferrarci o potenziare gli zombie circostanti. Ciò permetterà al mostro di stare sempre dietro di voi, aumentando il senso di terrore e adrenalina, soprattutto ogni volta che proverete a girare la telecamera sperando (inutilmente) di averlo seminato. Tra l’altro, con l’avanzare dell’avventura anche l’arsenale a sua disposizione diverrà sempre più potente (non andiamo oltre per evitare spoiler). Come avrete capito, il Nemesis ci ha convinti a pieno anche se ci saremmo aspettati qualcosa di più. Questo perchè la creatura sarà una presenza costante solo nella prima metà dell’avventura. Al contrario di Mr. X infatti, Nemesis apparirà solo in momenti scriptati della trama, rendendo il mostro meno temibile del previsto. Escluse queste sezioni “guidate”, potremo muoverci senza il rischio di incontrarlo. Tra l’altro, una volta aver preso coraggio, vi accorgerete che il Nemesis non è poi così potente considerando che con un paio di granate riuscirete ad attarrerrarlo e a rubargi gli oggetti caduti (come succedeva nell’originale). E se non foste in possesso di granate, potrete sempre optare di elementi ambientali, quali barili esplosivi o generatori elettrici. Si tratta di scelte che, dopo lo spavento iniziale, contribuiscono a rendere il Nemesis meno temibile del suo alter-ego. Restando in tema di boss, segnaliamo che nel corso dell’avventura ne incontrerete altri. Non vi diremo altro per evitare spoiler.

HORROR IN ALTA DEFINIZIONE

Il comparto tecnico di Resident Evil 3 rimane da capogiro. Il Re Engine svolge a pieno il suo dovere, mostrando una Raccoon City super dettagliata e con un sistema di illuminazione incredibilmente realistico. L’atmosfera post apocalittica è trasmessa in modo sublime grazie a scie di sangue, auto in fiamme, vetrine spaccate e molto altro ancora. Ottimo il lavoro sulle animazioni facciali, capaci di dare espressività ai volti di tutti i personaggi. Gli stessi zombie e le altre creature (che non abbiamo spoilerato volontariamente) sono ricchi di particolari, come ferite, tagli e traumi di varia natura. Ovviamente un horror che si rispetti deve essere dotato di un buon sound design. Anche da questo punto di vista, Capcom dimostra di saperci ancora fare. Con un paio di cuffie addosso vi assicuriamo che il titolo assume una forma ancora più spaventosa. I passi degli zombie, i loro versi, lo scoppiettio del fuoco o i passi del Nemesis. Tutti effetti che vi immergeranno ancor di più nel gioco, mentre una serie di brividi vi percorreranno la schiena. Presenti tra le altre cose, una colonna sonora ben riuscita e composta da un mix di tracce indedite e originali. Sempre in tema di effetti sonori non possiamo non segnalare l’ottimo doppiaggio in italiano che non a nulla da invidiare al comparto inglese. L’unica vera pecca è rappresentata dal level design della mappa. Oltre alle già citate mancanze (vedi Torre dell’Orologio), le mappe sono molto più semplicistiche, rendendo la prosecuzione dell’avventura lineare e guidata. In effetti, gli enigmi e i puzzle sono piuttosto ridotti, così come il backtracking, vera forza di Resident Evil 2 Remake e dello stesso Resident Evil 3: Nemesis. Evidente anche il riciclo di alcuni assets del remake precedente. Tuttavia, la scelta è giustificata, considerando che entrambi i titoli sono ambientati nello stesso momento e, soprattutto, nella stessa città.

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“VOGLIO FARE UN GIOCO CON TE”

Accanto all’esperienza single-player, Resident Evil 3 comprende anche una componente online. Stiamo parlando di Resident Evil Resistance, annunciato inizialmente come spin-off multiplayer con il nome di Project Resistance e concepito come prodotto stand-alone, almeno nei piani iniziali di Capcom. Il dubbio, quindi, è che l’azienda giapponese si sia resa conto della breve longevità del titolo e che abbia deciso di implementarla con l’aggiunta di RER. Pur rimanendo un contenuto secondario, Resident Evil Resistance si dimostra una modalità piuttosto divertente da giocare. Resistance segue il filone dei giochi alla Dead by Daylight. In altre parole, si tratta di un multiplayer asimmetrico 4 vs 1 in cui potremo impersonare il Mastermind o uno dei quattro sopravvisuti. A tal riguardo, Capcom ha provato a giustificare l’esistenza della modalità tramtite un semplice espediente narrativo, che lo avvicina alla serie di Saw – L’Enigmista. Per testare lo spirito di sopravvivenza degli umani, l’Umbrella Corporation ha creato stanze piene di insidie e trappole mortali da cui i sopravvissuti devono cercare di fuggire. Ovviamente, lo stile di gioco varia a seconda della controparte scelta. Nei panni del Mastermind potremo evocare zombie, trappole o armi biologiche (il Tyrant ad esempio) servendoci delle telecamere posizionate per la mappa. Ogni evocazione richiederà l’attivazione di determinate “carte“, ognuna delle quali avrà un costo di utilizzo. Per dare un po’ di varietà al gameplay, il Mastermind potrà anche impersonare gli zombie stessi, sferrando attacchi in prima persona. L’obiettivo finale è quello di bloccare la fuga dei sopravvissuti, i quali avranno un tempo limitato per fuggire. Tempo che, tra le altre cose, diminuirà ad ogni uccisione subìta. A vostra disposizione avrete più di un Mastermind da selezionare, cambiando di conseguenza le creature a vostra disposizione.

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Al contrario, lo scopo dei sopravvissuti è quello di fuggire dalle grinfie del Mastermind. In questo caso potrete decidere se giocare con i vostri amici o selezionare un matchmaking casuale. Ovviamente il consiglio è quello di giocare con altri amici, così da pianificare meglio la fuga. In ogni caso, ognuno dei sei personaggi giocabili è dotato di una specifica abilità (cura, hacker o via dicendo). Inutile dire che già la scelta dei sopravvissuti risulta fondamentale per assicurare un’ottima coordinazione. Per raggiungere la libertà, i giocatori dovranno superare tre diverse sezioni della mappa. Per sbloccare ogni nuova sezione, ci saranno enigmi e puzzle da portare a termine. Risulta pertanto fondamentale rimanere in gruppo. Durante la partita, i sopravvissuti potranno (e dovranno) raccogliere crediti Umbrella per acquistare armi e potenziarsi. Come avrete capito, nei panni dei “buoni” avrete una serie di azione da eseguire, rendendo il gameplay piuttosto variegato. In ogni caso la nostra esperienza con Resident Evil Resistance si è rivelata positiva, anche se rimane una componente puramente secondaria.

Punti di Forza

  • Buona reinterpretazione dei personaggi e della storia;
  • Componente action fedele all’originale;
  • Tecnicamente superbo;
  • Il Nemesis è tornato…;
  • RE Resistance è una gradita aggiunta.

Punti di Debolezza

  • Campagna breve;
  • Level design più semplicistico;
  • …ma è meno presente del suo alter-ego;
  • Diversi tagli rispetto all’originale.

Resident Evil 3 Remake è un gioco che potrebbe far storcere il naso ai fan della serie. Ciò a causa di una campagna fin troppo breve e lineare, che ha comportato il taglio di scenari e personaggi iconici. Lo stesso Nemesis risulta una mezza occasione sprecata con apparizioni “scriptate” che smorzano un po’ l’atmosfera di terrore. Quanto scritto non significa che RE3 sia un titolo brutto, tutt’altro. L’ultima fatica di Capcom riesce ad immergere il giocatore nel mondo post-apocalittico dominato dal T-Virus. Ciò grazie ad una trama riadattata e resa più realistica, oltre che ad una migliore caratterizzazione dei personaggi. Tra l’altro, il gameplay rappresenta il giusto equilibrio tra horror e action, riproponendo in chiave moderna quello del capitolo originale. In questo caso il paragone con Resident Evil 2 non ha senso di esistere, considerando che si tratta di remake di giochi concettualmente diversi. Quello che possiamo paragonare è però il level-desing, decisamente inferiore in quest’ultimo remake. Nonostante ciò, girare per i vicoli di Raccon City trasmette le stesse emozioni di venti anni fa, complice un comparto tecnico e grafico da paura. In conclusione, RE 3 Remake è un titolo solido ma rimangono i rimpianti per alcune scelte davvero poco comprensibili.

Si ringrazia Halifax Italia per il codice review fornitoci.

 

Scritto da
Marco "Bounty" Di Prospero

Durante il giorno dipendente presso una società finanziaria. La sera nerd e videogiocatore. Per me l'intrattenimento videoludico è una forma d'arte grazie alla quale poter fantasticare e staccare la spina dallo stress giornaliero. Cresciuto a suon di Mortal Kombat, Metal Gear Solid e Resident Evil.

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