Home Videogiochi Recensioni [Recensione] Daymare 1998 – L’horror italiano sbarca su console

[Recensione] Daymare 1998 – L’horror italiano sbarca su console

Il team di sviluppo, con la versione PC in primis e in seguito con quella su console, ha dimostrato che con impegno si possono rivivere i classici dei videogiochi survival horror con tutto lo spirito che questi trasportano e la nostalgia che ci riporta indietro di anni.

Disponibile su PS4, Xbox One e PC, Daymare 1998 è un porting uscito al pubblico il 28 aprile 2020 che porta con sé miglioramenti e alcune sbavature di cui andremo a parlarvi di seguito. Preparatevi e abbiate sangue freddo, ne avrete bisogno.

TRAMA DI PARI PASSO CON LA VERSIONE ORIGINALE

Versione di gioco utilizzata: Playstation 4

Al contrario di quanto ci si aspetti, la trama è molto più godibile col controller che senza: il pad può dare un senso maggiore di immersione nella storia con i 3 personaggi giocabili.
Ci ritroveremo qui alle prese con il virus (neanche a farlo apposta) Pollux, in studio da alcuni scienziati per la sperimentazione di super soldati. Inizialmente il nostro compito sarà, tramite un agente H.A.D.E.S., di intrufolarci nei laboratori in cui gli esperimenti hanno causato una diffusione del Pollux e rubarne una fiala.

Più storie si incroceranno e affronteremo il tutto con punti di vista diversi finché, ad un certo punto, ci accorgeremo che la trama sarà cosparsa di cliché, a discapito di alcune situazioni nelle quali avremo dei colpi di scena importanti che manterranno viva la trama. Parte fondamentale della narrazione sarà inoltre ricoperta dall’esplorazione del mondo di gioco, la ricerca di documenti porterà alla scoperta di dettagli importanti che vanno ad arricchire il quadro generale sull’epidemia dilagata. Sebbene sia molto apprezzata, questo tipo di esposizione degli eventi risulta alla lunga macchinosa, diluita oltretutto da dialoghi e scene di intermezzo molto lunghe, che a volte rischiano di essere “di troppo” e di farci perdere in parte il filo del discorso, il tutto fortunatamente senza annoiare eccessivamente.

Il finale d’altro canto riesce a dare un senso di completezza che appaga anche gli esigenti in questo ambito videoludico, senza lasciare buchi di trama o insoddisfazioni, tutto ha un filo logico che viene seguito fino alla fine.

UN TUFFO NEL PASSATO DELLE MECCANICHE SURVIVAL HORROR

Non sempre un porting su console viene fatto in maniera eccellente, questo sicuramente è tra quelli. Il gioco in sé non si è mai distinto di base per la fluidità dei movimenti o per innovazioni del gameplay, nonostante ciò siamo rimasti affascinati molto dal metodo di ricarica per le armi: dovremo recuperare i pacchi di munizioni (che scarseggeranno durante il gioco) e applicarle a caricatori vuoti e, quando servirà, inserirli nelle armi in dotazione. Come contorno a queste meccaniche, vi saranno gli enigmi che ci accompagneranno per tutto il titolo, non troppo difficili ma abbastanza ragionati da farci usare il cervello ed esplorare il titolo in ogni dettaglio, seppur minuscolo e nascosto.

Discorso diverso per le missioni, parecchio guidate e che ricordano corridoi che puntano a raccontarci una storia, senza offrire vicoli ciechi e portando il giocatore a finire senza troppi indugi il gioco (completabile in appena 10 ore totali al primo tentativo). Dal lato horror riesce nella maggior parte dei casi a farci sobbalzare dalla sedia sfruttando bene angoli bui e l’illuminazione della torcia che viene fornita su ogni protagonista. Gli zombie saranno in generale gestibili, fatta eccezione per momenti in cui ci troveremo chiusi in un angolo a fronteggiare orde numerose che faranno quasi a gara per chi sarà il più veloce; tutto questo rende il gioco godibile e offre una leggera sfida in più per ogni tipo di giocatore.

L’ambientazione è azzeccata e perfettamente in linea con il genere, rispetto ai classici survival horror, senza discostarsi troppo dall’idea di inquietudine profonda (sottolineata da nebbia e sangue a fiumi, come piace a noi). Il comparto audio infine risulta molto simile alla versione PC, senza variazioni particolari e con un doppiaggio ovviamente uguale: non dei migliori su personaggi di contorno e di buon livello sui principali. Si poteva fare di più sull’aspetto grafico che, qualitativamente parlando, non è male, ma a tratti mostra dei difetti e che necessita di aggiornamenti su quest’aspetto molto importante per la longevità del titolo.

PRO

  • Trama fluida nonostante più personaggi utilizzati
  • Meccaniche di armi e ricarica apprezzate
  • Enigmi intriganti
  • Difficoltà equilibrata e adeguata

CONTRO

  • Durata breve
  • Comparto audio e doppiaggi da rivedere

CONCLUSIONI

Un team italiano davvero volenteroso che si è ispirato a titoli di grosso calibro quali Resident Evil per la creazione di questo titolo che consigliamo vivamente; nonostante alcuni dettagli intacchino la godibilità del gioco, ci sentiamo di proporvelo come un titolo da avere, sia su PC (attualmente in sconto su Steam) che console; sarà un ottimo modo per sostenere la casa produttrice nostrana. Se siete stati fortunati sarete riusciti a venire in possesso di una copia per PC tra le 10.000 rese disponibili nelle scorse settimane, unicamente per studenti.

Ringraziamo Invader Studios per la pubblicazione di questo ottimo gioco e per averci riservato la copia per la recensione.

Scritto da
Marco "Connor" Corazza

Videogiocatore dall'infanzia, dalla fine degli anni '90, fino ad arrivare ai titoli più recenti. Dal PC alla console, una vita basata su questo mondo, appassionato di trame fitte e giochi in team.

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