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Aggiornamento policy di WhatsApp: cosa (non) succede ora?

C’è molta confusione. Non serve che eliminiate WhatsApp dal vostro smartphone, calma. Anche perché non servirebbe a nulla. La piattaforma di messaggistica, nel 2014 acquistata da Mark Zuckerberg (il cattivone di Facebook) per 19 miliardi di dollari, ha aggiornato la propria policy riguardo la gestione dati e la privacy dei propri utenti. Chiunque abbia WhatsApp installato sul proprio cellulare ha ricevuto una notifica, la quale avvisa dell’imminente condivisione di dati con terze parti (avete indovinato: con Facebook.. ma va?!). Ma prima di andare nel panico, cerchiamo di comprendere cosa voglia dire ciò e, soprattutto, quanto ci riguarda.

Cosa cambia?

Per noi (“noi” inteso come residenti di un paese facente parte dell’Unione Europea), non cambia nulla. Ma su questo torneremo tra poco, prima vediamo di capire cosa rappresenta più in generale questo aggiornamento della policy. Per riassumere tutto in una frase: ora è obbligatorio autorizzare WhatsApp a condividere i propri dati con Facebook Inc. (attenzione, ciò non sta a indicare esclusivamente l’applicazione di Facebook, ma tutti i servizi controllati dall’azienda come, ad esempio, Instagram). Ma quali sono le informazioni che WhatsApp raccoglie e, successivamente, distribuisce a terzi? Vediamone alcune:

  • Numero di telefono, nome e immagine del profilo
  • Contatti
  • Informazioni sullo stato (online/offline e ultimo accesso)
  • Informazioni su transazioni (ricevute di pagamento)
  • Posizione
  • Indirizzo IP
  • Modello di hardware

Precisiamo inoltre che WhatsApp non archivia i messaggi degli utenti, i quali possono essere visualizzati esclusivamente da mittente e destinatario (grazie alla crittografia end-to-end). Nell’informativa si citano inoltre gli utilizzi che terzi possono fare dei dati raccolti: miglioramento di infrastruttura (migliore sicurezza e riduzione di spam), suggerimenti più mirati etc.

Tutto ciò, come abbiamo detto, diventerà obbligatorio a partire dall’8 febbraio. Utenti da tutto il mondo si sono quindi precipitati verso la disinstallazione di WhatsApp dal proprio smartphone: prima di svelarvi perché questo aggiornamento non ci riguarda, andiamo a vedere perché fare ciò non servirebbe comunque a nulla. La cosa è molto semplice, e consiste nel fatto che c’è una differenza tra un account WhatsApp e la presenza o meno dell’app vera e propria sullo smartphone: riassumendo, l’azienda archivia i dati tramite i diversi account, e non dalle applicazioni in sé, quindi non basterebbe cancellare WhatsApp dal cellulare, ma bisognerebbe andare a eliminare il proprio account. Questo, tuttavia, avviene automaticamente dopo 120 giorni dall’ultimo utilizzo dell’app. Detto questo, concludiamo riportando il motivo per cui l’aggiornamento della policy dell’8/2 non ci riguarda.

Calma, quelli ai piani alti ci tutelano.

Gli utenti dell’Unione Europea sono tutelati dal regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), il quale garantisce ai residenti dei paesi soggetti a tale (tra i quali troviamo anche l’Italia) il diritto di opporsi al trattamento delle informazioni dell’utente per il marketing diretto e il diritto di opporsi al trattamento delle informazioni dell’utente quando (WhatsApp in questo caso) effettua un’attività per il pubblico interesse o persegue i propri interessi o quelli di terzi. Tutto questo si può ritrovare all’interno della nuova informativa sulla privacy di WhatsApp, sotto i punti “Modalità di trattamento delle informazioni” e “Modalità di esercizio dei diritti dell’utente“.

Concludiamo precisando che se, in futuro, WhatsApp decidesse di condividere i dati degli utenti (residenti in un paese facente parte dell’UE) con le società di Facebook, lo potrà fare solo dopo aver raggiunto un accordo con la Commissione irlandese per la protezione dei dati. Speriamo di essere stati chiari ma allo stesso tempo esaustivi, e restiamo in attesa di commenti riguardo l’argomento!

Scritto da
Gianluca Rossi

Nei momenti in cui i miei pensieri riescono ad avere un senso logico può capitare che io scriva cose.

2 Commenti

  • Pessimo articolo. Un mucchio di cavolate.

    WhatsApp condivide informazioni a livello globale, sia internamente con le aziende di Facebook che esternamente con i nostri partner, con i fornitori di servizi e con le persone con cui l’utente comunica in tutto il mondo», spiega l’informativa sulla privacy, ed aggiunge che: «Le informazioni dell’utente potrebbero ad esempio essere trasferite o trasmesse a, oppure archiviate e trasmesse: negli Stati Uniti; in paesi o territori dove risiedono le società affiliate e i partner delle aziende di Facebook o i nostri fornitori di servizi risiedono; in qualsiasi paese o territorio in tutto il mondo in cui i nostri Servizi sono forniti oltre a dove risiede l’utente per gli scopi descritti nella presente Informativa sulla privacy».

    La società chiarisce che «WhatsApp utilizza l’infrastruttura globale e i data center di Facebook, inclusi quelli negli Stati Uniti. Questi trasferimenti sono necessari per fornire i Servizi globali riportati nei nostri Termini. Si ricorda all’utente che i paesi o i territori in cui le informazioni dell’utente vengono trasferite potrebbero avere leggi in materia di privacy e protezione diverse da quelle del paese o territorio in cui l’utente risiede».

    E ho semplicemente copiato il testo da qua https://www.whatsapp.com/legal/updates/privacy-policy/?lang=it

  • Ciao Gianvito,
    tutto ciò che hai scritto è riportato nell’articolo. Mi spiace tu abbia frainteso il motivo principale del testo e ciò su cui ho voluto insistere, ovvero la possibilità per noi di accettare/rifiutare la condivisione di dati. Se hai ancora dubbi facci sapere.

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