L’autorità austriaca per la protezione dei dati, su iniziativa dell’organizzazione per i diritti digitali Noyb, ha presentato un reclamo formale contro Ubisoft, accusando il colosso francese dei videogiochi di raccogliere silenziosamente dati degli utenti anche durante le sessioni di gioco in modalità single-player, senza un’adeguata base legale.
Secondo Noyb (acronimo di None of Your Business) Ubisoft obbligherebbe gli utenti a connettersi a Internet anche per giocare offline, consentendo così alla società di monitorare abitudini di gioco come orari di avvio e chiusura delle partite, oltre alla durata delle sessioni. Il tutto, secondo i legali dell’organizzazione, avverrebbe senza il consenso esplicito degli utenti e in violazione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), in particolare dell’articolo 6(1), che stabilisce la necessità di una base giuridica valida per ogni trattamento di dati personali.
“Ti piace giocare da solo? Ubisoft ti osserva comunque!” è il titolo provocatorio di un recente articolo pubblicato da Noyb, che sintetizza la portata della denuncia. Uno degli avvocati ha così esplicitato:
Videogiochi costosi non giustificano pratiche invasive. Ubisoft forza i giocatori a connettersi online anche quando non è necessario, semplicemente per poter raccogliere più dati e monetizzarli.
Il reclamo, se accolto dall’Autorità austriaca per la protezione dei dati (DSB), potrebbe tradursi in una sanzione fino a 92 milioni di euro per l’azienda francese. Oltre alla multa, Noyb chiede anche la cancellazione di tutti i dati personali raccolti senza un’idonea base giuridica.
Ubisoft, al momento, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito.
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