Questo è senza dubbio il mese dei controller qui su Uagna.it. Dopo il Fantech EOS Pro II S e i vari Elves 2 e Elves 2 Pro di GuliKit, tutti con scopi e destinazioni ben diverse, è ora di dedicarsi a un controller molto differente, che mira a soddisfare un pubblico particolarmente smanettone.
Il Manba One V2 è da poco arrivato sul mercato, e già a partire dall’aspetto si configura come un controller atipico e caratteristico rispetto a quelli tradizionali. Dotato di pulsanti meccanici, sensori ad effetto Hall e schermo integrato, oltre a una base di ricarica e alla compatibilità con Switch, il Manba One V2 si propone come un prodotto a un prezzo assolutamente competitivo e allo stesso tempo accattivante per il pubblico.
Il controller è contenuto in una scatola nera abbastanza semplice; al suo interno si trovano, oltre naturalmente al Manba One V2, anche la sua dock per la ricarica, un cavo USB sempre per la ricarica, due set di cappucci per stick analogici più alti, e il dongle USB-A.
A un primo impatto, il modello con colorazione nera non fa un grande effetto, frutto probabilmente della scarsa presenza di dettagli (la plastica che lo ricopre è perfettamente liscia, senza alcuna aggiunta o texture in rilievo che avrebbe potuto dare risalto) e delle impugnature non proprio eccezionali: durante le ore di gioco, in momenti dove le mani sudano in modo particolare, non viene offerto un grip eccellente. È un controller molto plasticoso: si presenta con un bell’aspetto, ma la qualità dei materiali poteva dare qualcosa di più.
Anche la pressione dei pulsanti A, B, X e Y è bizzarra; sembra quasi di avere a che fare con dei piccolissimi inserti. C’è da dire però che i pulsanti frontali sono dotati di interruttori meccanici con un clic abbastanza istantaneo, seguito da una breve corsa successiva per attutire la pressione, il che è un vantaggio.
Lo schermo integrato
Torneremo successivamente sull’analisi dei tasti, e concentriamoci ora su quella che è senza dubbio la caratteristica principale del Manba One V2: lo schermo al centro del controller.
Questo è ciò che lo rende inevitabilmente più ingombrante rispetto ad altri controller, ma non ci si può lamentare: è un’aggiunta di rilievo. Manba è riuscita a prendere tutto il software driver secondario e inserirlo direttamente nel controller, con lo schermo che mette in mostra tutto ciò che si desidera vedere. Viene visualizzato quando si tenta di associare o connettersi, viene mostrata la modalità in cui si trova il controller tra le configurazioni PC, Switch (e Switch 2), Android e iOS disponibili e viene visualizzato a colpo d’occhio il livello attuale della batteria.
Per accedere più approfonditamente ai menu, è necessario tenere premuto il pulsante Home, posto sotto il pad analogico, per tre secondi. A quel punto, gli input del controller verranno reindirizzati da qualsiasi dispositivo a cui è collegato al display su schermo, facilmente navigabile con il D-Pad o gli stick analogici. È molto semplice da usare; peccato solo per l’assenza del touchscreen, anche se a quel punto il costo sarebbe inevitabilmente aumentato.
Sul controller, senza passare da PC, è possibile memorizzare quattro configurazioni separate, ognuna delle quali consente di scambiare i pulsanti frontali, assegnare una macro fino a 20 pulsanti a ciascuno dei pulsanti posteriori, impostare curve e zone morte degli stick analogici, impostare limiti e zone morte dei grilletti e personalizzare l’intensità della vibrazione. Insomma, il paradiso degli smanettoni. Oltre a questo, sono disponibili anche strumenti di calibrazione per gli stick, i grilletti e i controlli di movimento.
Non aspettatevi miracoli dallo schermo, anche perché il suo obiettivo non è quello; invece, Manba One V2 vuole rendere più semplice e immediata la personalizzazione, e ci riesce tranquillamente.
Gli altri pulsanti
Tornando al controller, sulla parte superiore troviamo un paio di pulsanti dorsali con buone sporgenze, con un set di grilletti a effetto Hall che si rivelano tra i più soddisfacenti che abbia mai usato finora. La corsa è ragionevole, il movimento è incredibilmente fluido e il fondocorsa è rigido. Inoltre, è possibile modificare la corsa con le leve sul retro.
A proposito, nel retro del controller troviamo quattro pulsanti azione mappabili, contrassegnati da M1 a M4. Come è abbastanza standard nei controller moderni, ognuno di questi pulsanti può essere mappato su qualsiasi altro del controller. Con ogni pulsante in grado di gestire una stringa fino a 20 input, è qualcosa di piuttosto divertente con cui giocare. C’è però, a nostro avviso, qualcosa che non funziona totalmente nella disposizione dei tasti e nella forma generale del Manba.
I pulsanti M1 e M3, i due superiori, sono infatti difficili da raggiungere, e posizionati comunque troppo vicini a M2 e M4; peraltro, chi scrive ha mani di dimensioni nella media, dunque non oso immaginare chi ha falangi più lunghe come potrebbe trovarsi bene nella gestione di questi pulsanti posteriori.
Entrambi gli stick analogici, proprio come i grilletti, sono a effetto Hall. I tappi degli stick hanno un’altezza adeguata per me, e nella confezione sono sempre presenti due tappi aggiuntivi per modificare un po’ l’esperienza.
L’ultimo dei controlli standard è il D-Pad, esteticamente non troppo diverso da quello che si trova su un controller Xbox Series X, con la pressione effettiva del pulsante che offre un clic più ovattato ma che riesce comunque a dare una sensazione di precisione. A onor del vero, sembra molto più duro da utilizzare rispetto ad esempio al D-Pad di Xbox, ma forse è per il fatto che abbia una corsa molto breve. Nel corso delle nostre prove, non lo abbiamo quasi mai utilizzato per giocare, proprio per queste caratteristiche un po’ particolari.
Il dock
Altro elemento distintivo del Manba One V2, insieme allo schermo integrato, è il dock incluso nella confezione, ben costruito e utile a sostenere il controller.
Quando è collegato a una fonte di alimentazione tramite la sua porta USB-C, carica normalmente il controller quando vi viene appoggiato. C’è anche una fessura nella parte inferiore del dock, utile a riporre il dongle USB. Una luce frontale informa poi l’utente sullo stato di ricarica del controller: se la luce è verde, la ricarica è stata completata. Oltre a questo, comunque, il dock non ha altre utilità o caratteristiche: è utile e anche carino da vedere, ma niente di più di questo.
Il dongle USB incluso funziona in modo incredibilmente semplice. Non ha un pulsante di sincronizzazione, perché è sempre in modalità di associazione quando è collegato e non connesso a un controller. E non parliamo nello specifico del Manba One V2, ma di letteralmente qualsiasi controller: è capitato nel corso delle prove di ritrovarsi a collegare al PC, senza neppure provarci, uno dei controller GuliKit che stiamo testando proprio in questo periodo. Addirittura, funzina anche con le periferiche ufficiali ad esempio di Nintendo. Sarebbe interessante capire se questo stratagemma può essere sfruttato anche sulle console più vecchie, come PlayStation 3, e promettiamo di testarlo non appena ne avremo l’occasione.
- Innovativo schermo interattivo intelligente: i controller wireless MANBA One V2 per videogiochi inaugurano una nuova era degli schermi del controller; dotato di un display da 2 pollici, non richiede app o software, è possibile regolare il controller del PC direttamente tramite la visualizzazione dello schermo, per un utilizzo più comodo
- Personalizza il tuo controller: lo schermo interattivo intelligente ti consente di regolare facilmente vibrazioni, pulsanti, joystick, illuminazione, ecc. Senza combinazioni di tasti complesse; quattro configurazioni possono essere salvate per sbloccare il tuo gameplay per diversi giochi; i quattro pulsanti posteriori supportano la definizione macro e puoi eseguire l'azione finale del tuo personaggio con un solo clic

Review Overview
Riassunto
Manba One V2 è un controller interessante, ricco di funzionalità e con un'esperienza d'uso ottimale, oltre a essere versatile nella connettività. Non è tra i più economici sul mercato, ma propone anche alcune caratteristiche importanti come il dock per posizionarlo e lo schermo integrato, utile a manovrare le impostazioni in pochi istanti. Peccato per alcuni pulsanti sul retro, che invece che aumentare il prestigio del controlle, risultano essere anzi difficili da utilizzare.
Pro
Controller versatile Pulsanti mappabili e reattivi Software intuitivo sul dispositivo per personalizzare l'esperienza Dongle USB ottimoContro
La plastica nera lo rende un po' troppo giocattoloso I pulsanti posteriori superiori sono scomodi Prezzo un po' troppo elevato per quello che offre- Giudizio complessivo3.75
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