Ora rivelerò qualcosa di sconvolgente, che mai vi aspettereste da chi scrive e parla di videogiochi da oltre un decennio con passione e voglia di scoprire sempre nuove cose: Fallout non è davvero nelle mie corde.
Negli anni, ci sono state varie occasioni per tentare un contatto con la serie (Fallout: New Vegas, Fallout 4 e anche lo spin-off Shelter), ma nessuno di questi mi ha mai davvero convinto ad amare il franchise. Ma poi, nel 2023, è arrivata la serie tv di Bethesda e Amazon. Una rivelazione assoluta, uno show televisivo che è stato capace di catturarmi dal primo all’ultimo minuto. Un adattamento videoludico davvero eccellente, carico di tensione e intriso di curiosità. E questa seconda stagione, fortunatamente, inizia esattamente nello stesso modo: Fallout è tornato.
Non è passato tantissimo tempo (ormai, al giorno d’oggi, le serie tv possono farsi aspettare anche per 3 anni tra una stagione e l’altra), ma sembra che non sia passato un minuto da quello che è accaduto nella prima stagione, nonostante un leggero salto temporale. Lucy (Ella Purnell) e il Ghoul (Walton Goggins) formano ora una squadra strana e complementare, che in questo primo episodio sfoggia tutta la sua perfetta imperfezione: Lucy è sempre bella e affascinante, l’incarnazione di una persona che ha ancora speranza nel mondo che la circonda, anche quando deve trangugiare una spettacolare zuppa di pulci ancora vive; il Ghoul, al contrario, non vede l’ora di fare a pezzi tutti quelli che incontra per completare il suo obiettivo.
Il duo funziona, perché proprio come nei giochi della serie, è bello vedere le cose da più punti di vista diversi. Questa dicotomia del resto è vitale per la nuova sfida di questa stagione: il compito gigantesco di lavorare all’interno della tradizione di Fallout: New Vegas, uno dei giochi di ruolo più amati di tutti i tempi – non da tutti, come detto in apertura, ma il mondo è bello perché è vario. E anche se gli aspetti più interessanti e iconici sono ancora al di là dell’orizzonte di questo episodio, l’autenticità dello show è ancora evidente.

La premiere ci consegna anche la consapevolezza che in questa seconda stagione, probabilmente, le connessioni tra il presente dello show e il suo passato si faranno ancora più strette. La stagione si apre con l’apparizione di colui che, ne siamo sicuri, sarà uno dei volti chiave di questi nuovi episodi, l’enigmatico Mr. House che domina New Vegas. Ma non solo. Cooper, che oggi è il Ghoul, ha scoperto al termine della prima stagione il grande complotto della Vault-Tec per ricostruire l’umanità piegandola al suo volere, cela ancora una quantità spropositata di segreti, così come sua moglie e tutti coloro coinvolti in questa spaventosa decisione. E la cosa ci piace. Oh, se ci piace.
Forse è proprio grazie a questa nuova prospettiva che la serie sembra essere partita ancor meglio di prima: Cooper, che prima era solo un punto di collegamento col passato, diventa ora un protagonista da seguire per monitorare il passato, ponendosi nell’affascinante posizione di dare ai fan di Fallout qualcosa che nei giochi non è mai stato fatto.
Con Maximus e i Vault 31-32-33 lasciati in sospeso (appaiono, ma è chiaro che ne sapremo di più solo nei prossimi episodi), tutto si concentra su Lucy e il Ghoul, con Fallout che riesce a esprimersi al meglio. In un bunker sotterraneo, proprio nel bel mezzo della ricerca di Hank MacLean, ecco che il filo che collega passato e presente si ricollega, ingarbugliando la faccenda ancora di più – ma in modo egregio. E lo stesso Hank, sorprendentemente, nasconde un altro segreto, ancora più grande del precedente. Il suo risvolto narrativo, a dire il vero, è quello che non ci farà dormire la notte: cosa sta davvero accadendo a questo mondo? Ma soprattutto, di cosa sa la zuppa di pulci?

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