Home Cinema TRON 4 forse non si farà, eppure la storia già c’è (e sembra parecchio interessante)

TRON 4 forse non si farà, eppure la storia già c’è (e sembra parecchio interessante)

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Il terzo capitolo della saga fantascientifica di Disney è da poco disponibile per l’acquisto sulle piattaforme digitali, e presto arriverà anche in home video – oltre che su Disney+, ovviamente. TRON: Ares non è stato certo un campione d’incassi al box office, e anzi si è rivelato essere un flop decisamente pesante per Disney. Le voci suggeriscono che la compagnia voglia rimettere in freezer l’IP, come è già capitato due volte, lasciando il finale di Ares aperto. Eppure la storia per un quarto capitolo, appunto, ci sarebbe già, e sembra parecchio interessante.

Per gran parte della sua durata, TRON: Ares non è interessato a proseguire specifiche trame del film precedente, TRON: Legacy del 2010. Kevin Flynn (Jeff Bridges) è scomparso (una sua versione è intrappolata nella Rete originale, che vediamo in Ares), ma per il resto ci sono pochissime connessioni: Sam Flynn di Garrett Hedlund si è dimesso dal ruolo di CEO della Encom; Ed Dillinger Jr. (Cillian Murphy) non viene neppure menzionato; Quorra (Olivia Wilde), primo programma ad arrivare nel mondo reale, vive nell’anonimato.

La scena finale di TRON: Ares, tuttavia, cambia tutto.

Ares (Jared Leto), ormai un essere organico grazie al ritrovamento del Codice Permanence di Flynn, si nasconde in Messico, vivendo come un nomade. L’ex Master Control della Rete di Dillinger sta scoprendo la vita degli esseri umani, ma sta anche cercando qualcuno in particolare: è qui infatti che vediamo per la prima volta un chiaro riferimento agli eventi di Legacy, con Ares che tiene tra le mani una foto di Quorra.

Per chi non lo ricordasse, Quorra era l’ultima sopravvissuta delle ISO, una forma di vita scoperta da Kevin Flynn all’interno della Rete; insieme a Sam Flynn, era riuscita a fuggire dalla Rete, dopo il sacrificio del padre per fermare CLU. Gli unici indizi sulla sua posizione si trovano nel notiziario iniziale, dove i giornali speculano sulla nuova misteriosa ragazza di Sam, ma è chiaro che, se dovesse realizzarsi un vero TRON 4, parte della storia sarebbe già scritta: le due AI, in qualche modo, potrebbero incontrarsi.

Serve però anche un villain, e stavolta è la scena post-crediti a venirci in aiuto. Nel finale del film, Julian Dillinger (Evan Peters) viene messo alle strette dalla polizia; invece di espiare le sue colpe, decide di compiere un gesto estremo, digitalizzando sé stesso e finendo all’interno della Rete della Dillinger Systems.

La scena dei titoli di coda riprende ciò che accade dopo. Con Ares fuori gioco, la rete è un cumulo di macerie, gli edifici sono frammentati e le futuristiche strisce rosse lasciano il posto a temporali. Dillinger è ovviamente spaesato, ma la Rete, misteriosamente, si riattiva: nella sala dove agiva Ares viene generato un curioso disco d’identità, contenente i file di un programma che in realtà i fan del franchise di TRON conoscono molto bene. A differenza dei dischi di Legacy e questo terzo film, infatti, quello che Dillinger impugna ha lo stesso identico stile artistico dei dischi dell’originale TRON del 1982, e c’è un motivo.

Una volta che Julian impugna il disco, l’uomo viene infatti progressivamente ricoperto da un’armatura dalle luci rosse, con un simbolo a forma di V sull’elmo: non è altro che l’armatura di Sark, l’avatar digitale di Ed Dillinger (il nonno di Julian, apparso come villain dell’originale film), che lavorava insieme al Master Control Program per mantenere i segreti della Encom.

Ora, nell’ipotetico TRON 4, Sark/Dillinger potrebbe tranquillamente rivestire il ruolo di villain principale, con risvolti importantissimi. Si tratterebbe infatti del primo villain umano penetrato direttamente nel mondo digitale, avendo così accesso a un potenziale enorme – le implicazioni delle AI, che qui vengono fortemente introdotte, sono anche nella realtà sotto gli occhi di tutti. Con le sue abilità, Julian Dillinger potrebbe diventare una sorta di virus pronto a infettare la tecnologia di tutto il mondo: un uomo diventato macchina, e forse impossibile da fermare.

Naturalmente ci sono domande che Ares lascia aperte, come l’essenza stessa di Sark: il disco ha resuscitato Ed Dillinger mettendolo nel corpo del nipote, o semplicemente la Rete ha riconosciuto nel codice (il DNA) del ragazzo alcune informazioni del nonno? E soprattutto, da dove arriva questo disco? La risposta più logica è che Ed abbia progettato la Rete della Dillinger Systems rubando parti di codice alla Rete della Encom, e che tra queste ci fossero anche le informazioni di Sark. Sarebbe logico, no?

Beh, peccato che non lo sapremo mai. Anzi, probabilmente non lo sapremo per 10-15 anni, almeno fino a quando qualcuno non deciderà di buttare altri soldi in questo franchise che non è mai riuscito a decollare. TRON: Ares ha incassato appena 140 milioni di dollari, a fronte di un budget molto più alto, e non crediamo che nessuno in Disney, oggi, sia disposto a credere nuovamente in una saga dal potenziale immenso ma dalla storia sfigatissima.

Scritto da
Andrea Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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