Ancora guai per Activision Blizzard, ora accusata di violare i diritti dei lavoratori


15 Settembre 2021
Non c’è pace per Activision Blizzard, che oltre a dover rispondere alla causa di abusi e molestie nei confronti delle dipendenti femminili, è ora finita al centro di una nuova accusa.
Con l’aiuto di un importante sindacato, i dipendenti di Activision Blizzard hanno presentato una denuncia al National Labor Relations Board sostenendo che il gigante dello sviluppo e dell’editoria di giochi ha intimidito, sorvegliato e interrogato i lavoratori per scoraggiarli dal discutere le condizioni di lavoro, come quelle sollevate dalla causa per discriminazione intentata contro Activision Blizzard a luglio e le (altre) recenti accuse di comportamenti scorretti in cui si parla addirittura della distruzione di documenti compromettenti.
I dipendenti, che lavorano sotto la bandiera “A Better ABK” (riferendosi ad Activision Blizzard King), e i Communication Workers of America affermano che, negli ultimi sei mesi, Activision Blizzard ha:
- Minacciato i dipendenti, dicendo che non possono parlare di “stipendi, orari e condizioni di lavoro” o di indagini su di loro. (L’indagine che ha portato alla causa di luglio, per esempio.)
- “Mantenuto una politica sui social media troppo ampia”
- “Applicata la politica sui social media contro i dipendenti che si sono impegnati in attività concertate protette”
- “Dipendenti minacciati o disciplinati per attività concordata protetta”
- “Impegnato nella sorveglianza dei dipendenti impegnati in attività concertate protette e impegnati nell’interrogatorio dei dipendenti sull’attività concertata protetta.”
“Attività concertata protetta” si riferisce in particolare ai dipendenti che discutono su come migliorare il proprio posto di lavoro o si organizzano in gruppi di lavoro, compresi i gruppi di contrattazione collettiva. La CWA ha anche riconosciuto che Activision Blizzard ha assunto WilmerHale, uno studio legale noto per gli sforzi antisindacali con Amazon e altre società.
Un dipendente anonimo di Activision Blizzard ha detto a Vice di sospettare che l’alta direzione stia tentando di sbarazzarsi dei dipendenti che hanno esplicitamente parlato della discriminazione all’interno dell’azienda.
Activision Blizzard non ha ancora commentato la vicenda.
In partnership with CODE-CWA, we've filed an unfair labor practice suit with the National Labor Relations Board: https://t.co/meGNFYcWJY
— ABetterABK (@ABetterABK) September 14, 2021
A Better ABK non ha annunciato l’intenzione di sindacalizzare sotto la CWA, anche se le parti che lavorano insieme per accusare Activision Blizzard di ostacolare l’organizzazione dei dipendenti suggeriscono che questa è una possibilità.
“Se la NLRB deciderà a nostro favore, la sentenza sarà retroattiva e creeremo un precedente secondo cui nessun lavoratore negli Stati Uniti può essere intimidito dal parlare di arbitrato forzato”, ha twittato poche ore fa l’account A Better ABK, divenuto rapidamente virale dopo la scoperta delle nuove accuse.
L’arbitrato forzato fa riferimento a una clausola contrattuale comune di lavoro che prevede la risoluzione privata di determinate controversie tra lavoratore e azienda, che fa riferimento anche alle già citate accuse di abusi e molestie degli scorsi mesi.

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