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Il Nintendo Direct ha ufficialmente avviato la transizione di Switch

I Nintendo Direct sono ormai una sorta di appuntamento fisso dell’industria videoludica. Questo particolare format è divenuto da tempo il modo preferito dell’azienda di condividere notizie ed aggiornamenti sui giochi in arrivo. Tali eventi hanno inoltre evoluto fortemente il metodo di comunicazione della casa di Kyoto, da sempre molto riservata sui propri progetti, ed ha quindi permesso a tutti di comprendere le volontà e gli obiettivi dell’azienda.

Il Nintendo Direct della scorsa settimana non ha fatto ovviamente eccezione, offrendo una ricchissima panoramica delle uscite di Switch previste entro il prossimo anno. Tale trasparenza può arrivare però fino a un certo punto. La sfida della casa dalla grande N inizia infatti ad essere parecchio ardua: come comunicare ai giocatori i progetti di medio/lungo periodo quando, dietro le quinte, molti di quei titoli inizieranno a deviare verso una nuova console ancora ignota?

Facciamo un attimo di chiarezza: Nintendo si trova attualmente a dover affrontare una complessa situazione. La multinazionale nipponica ha infatti appena lanciato Tears of the Kingdom, totalizzando un successo commerciale senza precedenti. Il gioco sta macinando numeri incredibili e sarà indubbiamente uno dei titoli più apprezzati e discussi del 2023. La società non avrebbe potuto sperare in un titolo migliore per poter, con molta probabilità, concludere l’ultimo anno di rilievo per l’attuale console ibrida. Allo stesso tempo, il lancio di TotK solleva un’importante domanda: come gestire la transizione alla prossima console?

Come ben sappiamo, nel recente passato molte voci hanno sottolineato come i piani di Nintendo siano cambiati negli ultimi anni. Prima della pandemia, l’azienda giapponese stava infatti seriamente valutando di lanciare un aggiornamento mediano della piattaforma (Switch Pro) che ne avrebbe potuto estendere la “longevità”. Considerati i tempi trascorsi, è lecito pensare che, quasi sicuramente, questa ipotesi non sia più realistica. L’idea più concreta (e logica) è quindi quella del pieno salto generazionale, capace di mantenere sia le caratteristiche strategiche di Switch, e sia applicando un corposo aggiornamento lato performance.

Innovazione e tradizione

Parlare di nuovo hardware è facile, parlare della gestione dei giochi  è invece un altro paio di maniche. Nintendo Switch sta infatti vedendo ancora abbastanza bene (nonostante il calo fisiologico) grazie anche a decine di milioni di consumatori che hanno acquistato la console negli ultimi due anni, e che quindi la considerano tutto sommato nuova. Ne deriva che la gestione di queste transizioni è sempre una sfida importante per un costruttore, in quanto vi sono da gestire sia coloro che vogliono un pesante aggiornamento hardware, e sia coloro che hanno da poco acquistato l’attuale prodotto.

Dall’ultimo Direct si è quindi denotato come la strategia di Nintendo per affrontare questa situazione, almeno per quanto riguarda i prossimi mesi, sia quella di pubblicare diversi remake e riedizioni di proprie IP (e non solo). Questo è naturalmente un approccio interessante, anche se non originalissimo (vero, PlayStation?). Un focus sui titoli più datati gioca infatti a favore di Switch, aggirando magistralmente i suoi punti deboli. Per i remaster e i remake, l’attuale hardware diventa quindi meno problematico, insieme alla dimensione dello schermo, capace di garantire un’affidabilità estetica ancora al passo con i tempi.

Tale scelta incontra poi un ulteriore vantaggio: lo sviluppo di questi progetti “rinnovati” può essere tranquillamente affidato a team più giovani e meno esperti, permettendo agli studi principali di concentrarsi appieno alla lavorazione di un titolo per la prossima generazione. Al contempo, è lecito presumere che i principali giochi Nintendo annunciati, ma assenti dall’appuntamento, possano essere stati deviati verso la nuova console aziendale (Metroid 4?). Con molta probabilità, infatti, diversi sviluppatori interni hanno da tempo iniziato i lavori per la prossima generazione.

Un altro fulgido esempio è rappresentato dalla nuova opera di Game Freak, la casa madre della fortunata serie di Pokémon. Lo studio di Tokyo come ben sappiamo è attualmente al lavoro su una nuovissima IP tripla A appartenente al genere action-adventure, in collaborazione con Private Division, denominata Project Bloom. Il titolo, previsto per l’anno fiscale 2026, usufruirà sicuramente della nuova piattaforma Nintendo, e considerato appunto il suo sviluppo attuale, è quasi certo che il dev kit sia in possesso di parecchi team first.

Un ultimo accenno va fatto doverosamente al nuovo capitolo di Mario in 3D. L’ultima interazione che ha infatti visto l’idraulico più famoso del mondo sfoggiare la propria agilità in tutte e tre le dimensioni è targata anch’essa 2017 e risponde al nome di Super Mario Odyssey. Visto il successo stellare (letteralmente) del gioco, è praticamente certo che la casa dalla grande N abbia intenzione di rilasciare una nuova avventura nel medesimo stile, ma naturalmente in una console che permetta di poter sfruttare al meglio le caratteristiche ricercate.

Riassumendo quindi, cosa ci ha fatto leggere tra le righe l’ultimo Direct? Fondamentalmente che, nonostante gli ottimi annunci, il viale del tramonto è stato ufficialmente imboccato da Nintendo Switch. La gestione della transizione è tuttavia esemplare e ben congegnata, e sembra voler guardare con attenzione sia ai veterani che ai nuovi clienti. È quindi giusto che la piattaforma ibrida lanciata nel lontano 2017 si appresti ad andare, eroicamente, in pensione.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Nato con il Pad in mano, al punto tale che la prima parola pronunciata è stata: "Woah!" in pieno stile Crash Bandicoot. Appassionato e curioso di tutto ciò che concerne il mondo videoludico. Amante dei titoli horror ed accumulatore di trofei compulsivo.

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