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[RECENSIONE] Tales of Arise

È passato ormai parecchio tempo dal 2017, anno di uscita di Tales of Berseria, da considerarsi l’ultima produzione originale della serie JRPG targata Bandai Namco. L’ultima fino allo scorso 10 settembre, il giorno in cui è finalmente arrivato sugli scaffali fisici e digitali il nuovissimo Tales of Arise, disponibile per PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e PC.

Iniziamo senza troppi giri di parole: Tales of Arise è un “must have” per gli amanti del genere, in quanto si presenta come un titolo non particolarmente innovativo dal punto di vista tecnico, ma sicuramente profondo e maturo per quanto riguarda le tematiche affrontate, i personaggi e il sistema di combattimento.

Tales of Arise è una scoperta continua, un’avventura con la A maiuscola: andiamo quindi a esaminarlo con cura in questa recensione… senza spoiler!

Versione provata: PC.

I mondi gemelli

L’oppresso popolo di Dahna, guardando su nel cielo, ammira giorno dopo giorno il lontano pianeta di Rena e il suo satellite Lenegis, freddi e inarrivabili. I renani infatti, da circa 300 anni, hanno ridotto i dahnani alla totale schiavitù e a una vita di tormenti, spazzando via la loro libertà e le loro tradizioni per mezzo di una tecnologia molto più avanzata, che li ha schiacciati sotto il giogo di un’inevitabile oppressione. Gli schiavi di Dahna sono stati così marchiati e vengono usati come mera fonte di lucro: da loro viene estratto il potere astrale, preziosissimo e alla base di tutti gli esseri viventi.

Il pianeta oppresso è stato quindi suddiviso in cinque regni, che sono al momento governati da altrettanti Lord renani.

Questo è l’incipit di Tales of Arise, un’intrigante storia fatta di pregiudizi, lotta fra razze, desiderio di libertà, morte, ribellione, amicizia e mistero. Al centro dell’epico viaggio per la liberazione di Dahna ci sono Alphen e Shionne, la concreta rappresentazione dei due mondi gemelli in contrasto: Alphen, originariamente conosciuto come “la Maschera di Ferro”, è un ragazzo senza ricordi, incapace di provare dolore fisico. Per questo, d’istinto, si pone spesso a difesa del suo popolo schiavo, seguendo la propria morale e non riuscendo a sopportare, chinando il capo, le ingiustizie che lo circondano.

Shionne invece è di origini renane: la nobildonna ha sviluppato un carattere schivo e introverso a causa della maledizione che la affligge fin da piccola. Chiunque la tocchi viene gravemente ferito dagli aculei che la circondano.

I destini di Alphen e Shionne si incrociano a inizio avventura, portando i due a unire le forze e a combattere fianco a fianco per obiettivi diversi. Alphen è l’unico in grado di estrarre la portentosa spada ardente custodita da Shionne, in grado di distruggere anche un Lord renano ma praticamente impossibile da brandire, date le profonde bruciature che provoca.

La trama di Tales of Arise potrà sembrarvi classicissima durante le prime ore, ma vi assicuriamo che si tratta in realtà di un continuo crescendo. I personaggi che si uniscono al party e che incontriamo lungo la via sono memorabili e ottimamente caratterizzati: non troverete macchiette già viste e riviste, ma persone credibili, interessanti, con un background molto ben approfondito e un carattere coerente con il loro retaggio.

Faremo la conoscenza, ad esempio, della giovane maga Rinwell, che nasconde non pochi segreti, e del suo simpatico (e unico amico) Hootle. Si uniranno poi alle nostre fila una prodigiosa guerriera, amante del pulito e della cucina, un vivace giovane in cerca della propria strada e un nobile dal cuore gentile, amante della musica e delle arti.

In generale, tutti i personaggi principali sono una vera gioia per gli occhi e per il cuore: per questo vi invitiamo a godervi l’avventura con calma, sostando insieme a loro negli accampamenti per una chiacchierata notturna, godendovi le cutscenes così come i dialoghi extra, sbloccabili premendo l’apposito tasto quando si presenta l’occasione. Ogni scenetta è fondamentale per conoscere tutti i membri del gruppo, le loro origini e le loro motivazioni, nonché per ricevere preziose informazioni sulla lore del mondo di gioco e sulla storia dei luoghi che visitiamo.

Solo ascoltando le loro discussioni (tra l’altro, sempre godibili e ben contestualizzate) riusciremo davvero a respirare l’aria di Dahna e sentirci parte della squadra.

Combatti, ma mai da solo!

In Tales of Arise la maggior parte del tempo è dedicata al viaggio e all’esplorazione delle regioni di Dahna. Tra un falò e l’altro, tra una taverna e l’altra, ci saranno parecchie cose da fare: la strada è disseminata di forzieri, materiali e ingredienti per la cucina. Le mappe diventano più intricate mano a mano che si procede nell’avventura, con scale, arbusti ai quali aggrapparsi, zone da attraversare a nuoto e anche qualche salto tattico da effettuare per raggiungere alcuni tesori.

Le mappe, con i relativi spostamenti rapidi, sono ben realizzate, così da poter completare in scioltezza anche le missioni secondarie. Quest’ultime, mettiamolo subito in chiaro, sono il solito punto dolente: niente di entusiasmante, si tratta più che altro di trovare oggetti e sonfinggere mostri (a parte la divertente quest di ritrovare tutti i Gufi sparsi per il mondo, ognuno dei quali dà in cambio oggetti estetici come occhiali e ali). Spesso vi capiterà che si completino da sole (e per fortuna), in quanto arriverete dal committente con già il necessario per soddisfarlo.

La varietà dei nemici è buona, questi ultimi infatti sono ben integrati nelle loro aree di appartenenza e si differenziano passando da una regione all’altra. I boss e i nemici unici sono tanti e dal design curato.

Una volta entrati in contatto col nemico, si viene trasportati nella classica arena di battaglia: nonostante questa soluzione risulti decisamente old-gen, il sistema di combattimento del titolo è una vera perla. Preparatevi a smanettare un bel po’, anche se è possibile evitare alcuni scontri indesiderati correndo velocemente tra i nemici. Questa tattica è utile, anche se per avanzare nella storia o raggiungere particolari tesori sarà sempre necessario affrontare nutriti gruppi di nemici: le ricompense però sono soddisfacenti, quindi non lasciatevi indietro forzieri e quant’altro.

Il sistema di combattimento di Tales of Arise è spiccatamente action, profondo, tattico, e in continua evoluzione. Mano a mano che si aggiungono nuovi membri alla squadra, avremo sempre più possibilità di colpire i punti deboli dei nemici, impedendo loro di castare, rallentandoli, gettandoli a terra. Il Linear Motion Battle System è stato efficacemente rivisto, prendendo a piene mani da quello che era il combat system di Tales of Grace.

Ora tutto si basa sull’inanellare combo efficaci, impedendo al nemico di attaccare. Oltre all’attacco base, ogni personaggio ha a disposizione le Arti, che comprendono magie e attacchi speciali. Per usare le Arti si consumano i BA, che si ricaricano nel tempo o dopo un Attacco Boost: questo tipo di attacco è l’ideale per non interrompere le combo. Una volta che l’Attacco Boost di un determinato personaggio è disponibile, bisogna decidere se scaricarlo subito o se attendere il momento migliore, così da sfruttare le abilità di ciascun personaggio (la maga Rinwell, ad esempio, è in grado di bloccare il nemico durante il lancio di una magia, Shionne si concentra sui nemici volanti, e così via). Vi sono inoltre gli Assalti Boost, cioè l’attacco combinato tra i personaggi: una vera delizia per gli occhi e per lo spirito di squadra.

In tutto questo, croce e delizia del giocatore sono i PC, condivisi da tutto il party e indispensabili per lanciare le Arti curative. Questi non si ricaricano col tempo, vanno quindi ripristinati riposandosi o utilizzando le apposite (costosissime) gelatine. Nel mondo di gioco inoltre troveremo aree inacessibili che celano vari tesori, attraversabili soltanto grazie all’utilizzo di una buona quantità di PC.

La Guardia è stata rimossa e sostituita dalla parata/schivata, che se eseguita alla perfezione porta ad accumulare ulteriori vantaggi in battaglia. Le iconiche Arti Mistiche invece sono rimaste, ma sono attivabili solo durante la modalità Oltre il Limite, che porta il personaggio a poter usare le Arti per un breve periodo senza scaricare i BA.

I personaggi acquisiscono nuove Arti e nuovi vantaggi attraverso l’apposito menù, dal quale è possibile progredire spendendo i PA guadagnati in battaglia.

In generale, il combat system di Tales of Arise è vario e caotico al punto giusto. Nelle fasi più avanzate e durante alcuni boss la quantità di elementi a schermo e la telecamera non aiutano, ma il sistema resta divertente e godibile. L’intelligenza artificiale degli alleati è personalizzabile grazie al menù Strategia, che ci consente di impostare alcune regole che i componenti del team seguiranno al meglio delle loro abilità. In generale, è sempre possibile cambiare strategia e personaggio controllato in qualsiasi momento. Sul campo ci saranno al massimo quattro personaggi attivi in battaglia, ma quelli lasciati “in panchina” restano comunque in gioco grazie agli speciali boost. In pratica, l’intera squadra sarà sempre al nostro fianco.

Il miglior Tales of?

In Tales of Arise personaggi di diverso rango sociale e diversa origine si uniscono per provare, sulla loro pelle, che in realtà tutte queste differenze non esistono: alla fine le persone sono semplicemente persone, con tutti i loro pregi e difetti e i propri fardelli da portare sulle spalle.

Ci sentiamo quindi di affermare che siamo davanti alla trama più matura e meglio orchestrata del franchise, sostenuta quasi interamente dai protagonisti. Il susseguirsi di “viaggio-arrivo presso il nuovo regno-conoscenza e sconfitta del Lord” non risulta in realtà così ripetitivo grazie a diverse variazioni sul tema che riescono a stupire il giocatore e a tenere viva l’attenzione.

I cinque regni che esploriamo non sono nulla di particolarmente innovativo (c’è la classica area desertica, poi quella nevosa, poi la landa rigogliosa ecc) ma l’effetto visivo è sempre piacevole d’impatto, grazie ai paesaggi ricchissimi di dettagli. Nell’insieme, sembra spesso di correre dentro un dipinto fantasy dai colori accesi. I personaggi si integrano bene in questo scenario, grazie all’ottimo character design di Minoru Iwamoto e alla personalizzazione che è possibile effettuare dal menù Dotazioni (ovviamente, la tentazione di decorare i nostri eroi con code da gatto, orecchie da coniglio, acconciature esotiche e ali è irresistibile).

È innegabile che il franchise Tales of avesse bisogno di una generale svecchiata, che è arrivata solo in parte in questo Arise. La resa grafica è la migliore della serie, grazie all’adozione del versatile ed efficace Unreal Engine 4. L’Atmospheric Shader fa il suo sporco lavoro, come si suol dire, anche se ci saremmo aspettati qualcosa di più per quanto riguarda le animazioni facciali e le pose ancora troppo plastiche. Gli npc sono statici e decisamente dimenticabili.

Il titolo mostra  il fianco in alcune soluzioni spiccatamente retrò a cui si affida, come ad esempio le aree separate dai caricamenti e i combattimenti che trasportano l’intero team nell’arena di battaglia dopo essere entrati in contatto con il nemico (senza possibilità di eseguire un’imboscata alle sue spalle o di attaccare per primi). I dialoghi extra assumono in Tales of Arise uno stile a fumetto, con delle vignette in movimento che mostrano i personaggi parlanti: anche questa scelta ci è risultata un po’ troppo plastica e lenta, avremmo preferito qualcosa di più dinamico e stiloso, peccato perché i dialoghi sono davvero interessanti.

Nota di merito va infine alle musiche del maestro Motoi Sakuraba, che ha creato per questo Tales of Arise delle tracce imponenti, ricche di cori e che trasmettono tutta l’epicità necessaria a supportare i protagonisti e le loro vicende.

Ma dunque, tirando le somme: Tales of Arise può essere considerato il miglior titolo del franchise?

Ci sentiamo di rispondere affermativamente a questa domanda per tutti i motivi sopraelencati: per i toni sicuramente più maturi delle tematiche trattate, per una storia che va in crescendo (e che forse, in certi momenti clou, esagera un po’ con l’enfasi), per i personaggi memorabili, per la longevità e per un combat system ottimamente strutturato.

PUNTI DI FORZA:

  • Trama e personaggi davvero memorabili
  • Combat system action molto profondo
  • Ottima longevità, tanta personalizzazione!
  • Le musiche di Motoi Sakuraba

PUNTI DEBOLI:

  • Le missioni secondarie sono la solita barba
  • Si sentono le origini old-gen

Tales of Arise è un JRPG che parla al cuore degli appassionati, un ottimo titolo nel suo genere e probabilmente il migliore del franchise Tales of. La trama incentrata sui mondi gemelli di Dahna e Rena è un costante crescendo e diventa di ora in ora più profonda e intrigante, con personaggi ai quali è difficile non affezionarsi. Nelle circa 40 ore necessarie a completare la storia principale, l’avventura scorre ricca di avvenimenti e nuove meccaniche che arricchiscono sempre più un combat system sfaccettato, vario, tecnico e piacevole da sperimentare. Tales of Arise parla di oppressione, di libertà, di morte e di speranza, e lo fa con grandissima classe.

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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