Per introdurvi Berserk or Die, ultima fatica dello sviluppatore solista Nao Games, già noto per i bizzarri e ipercinetici Take Bomb e Ninja or Die, potremmo parafrasare il titolo di un vecchio film con Bruce Lee, e parlare di Dal Giappone con Furore, un’espressione che riesce a catturare lo spirito brutale e viscerale dell’azione arcade del gioco.
Questa volta, Nao si lancia in un’arena ancora più minimalista ma decisamente pregna di azione intensa, dove i riflessi contano più della strategia e la tastiera diventa un’arma di distruzione di massa. Con il supporto di Poncle, l’autore italiano del fenomeno mondiale Vampire Survivors, Berserk or Die arriva sugli store digitali con la pretesa di farci pestare tasti fino a fonderli. Ma riesce davvero a tenere fede al suo nome? Scopritelo leggendo la nostra recensione!
Un’arena di pixel e furia
Berserk or Die è un action game a schermata fissa, in cui il giocatore impersona un guerriero solitario, l’ultimo sopravvissuto di una battaglia dimenticata. Nessun alleato, nessuna via di fuga: solo ondate di nemici che attaccano da destra e da sinistra, in un loop di sangue e sopravvivenza che ricorda gli arcade più estremi degli anni ’80 su Commodore 64, ma con un’estetica e meccaniche modernizzate.
La grafica è volutamente pixellosa, con sprite semplici ma espressivi, che rievocano i fasti dell’era 16-bit. I nemici, seppur poco vari, si distinguono per aggressività crescente e design caricaturale, mentre le ambientazioni (pianure, deserti, foreste, montagne e la residenza dei samurai) offrono una cornice visiva essenziale ma efficace, arricchita da palette cromatiche evocative.
“Al mio segnale, pestate la tastiera.”
La vera novità di Berserk or Die è il suo sistema di controllo “pesta-tastiera”, una meccanica tanto folle quanto sorprendentemente coinvolgente. Il movimento del personaggio è strettamente legato agli attacchi: premendo i tasti direzionali (o le relative combinazioni sul controller), il guerriero si muove solo attaccando. E più tasti vengono premuti, più ampio sarà il raggio d’azione del colpo. A forza di picchiare i tasti si carica una barra speciale che, una volta riempita, permette di scatenare una devastante mossa ad area: una sorta di esplosione di furia guerriera che ripulisce lo schermo dai nemici.
Questa soluzione porta con sé un’esperienza frenetica, quasi tribale: non si tratta più solo di premere il tasto giusto al momento giusto, ma di entrare in un vero stato di trance da battaglia, dove la tastiera diventa un tamburo di guerra. L’adrenalina scorre a fiumi, e non è raro ritrovarsi a colpire i tasti con ritmo ossessivo, come se si stesse eseguendo un rituale guerriero.
Loot e potenziamenti
Alla fine di ogni giornata di sopravvivenza, il giocatore incontra un mercante notturno, figura silenziosa e inquietante che offre oggetti, potenziamenti, armi e reliquie. Spendere l’oro accumulato nei combattimenti è essenziale per poter affrontare nemici sempre più letali. Alcuni oggetti aumentano la portata dei colpi, altri migliorano la barra speciale, altri ancora modificano le proprietà delle armi. Si possono anche sbloccare nuove armi (tra cui katana, asce, bastoni e spade) e nuovi personaggi vagamente ispirati a figure storiche, ognuno con le proprie caratteristiche uniche.
La progressione è quindi semplice ma efficace, con una buona varietà di equipaggiamenti da provare e potenziare. L’esperienza accumulata tra le battaglie può essere spesa per migliorare attributi base come la forza e la resistenza, creando un ciclo di miglioramento costante che mantiene viva la voglia di un altro tentativo.
Il prezzo dell’ira
Tuttavia, Berserk or Die non è privo di difetti. Il primo problema riguarda proprio la varietà del gameplay, che dopo le prime ore comincia a mostrare la corda. Le meccaniche di base, per quanto innovative, non evolvono significativamente nel corso del gioco, e la mancanza di nuove dinamiche rende le battaglie via via più ripetitive. Gli ambienti cambiano, ma lo schema resta sostanzialmente invariato: attacchi da destra e sinistra, potenziamenti tra i livelli, nemici un po’ più duri.
Altro punto critico è la scomodità dei comandi con tastiera: per quanto il sistema pesta-tasti sia originale e divertente, a lungo andare può risultare faticoso e poco preciso, specialmente quando si tenta di concatenare attacchi e parate in momenti critici. Il supporto al controller allevia il problema, ma snatura parzialmente l’idea iniziale del gioco, rendendo l’azione meno “fisica”.
Un difetto secondario ma fastidioso è la presenza di oggetti doppi nel negozio, che spesso riduce la sensazione di progressione e varietà. Infine, va segnalata qualche instabilità tecnica, con crash occasionali che possono vanificare una lunga sessione di gioco: un problema che crediamo sarà risolto nelle prossime patch, ma che al momento è purtroppo presente.
Semplice, ma efficace
Nonostante questi limiti, Berserk or Die riesce comunque a lasciare un’impronta grazie al suo spirito viscerale e al coraggio di sperimentare con le meccaniche. L’esperienza è brutale, essenziale, quasi ascetica nella sua struttura: o combatti o muori, non c’è spazio per esitazioni.
Il gioco si inserisce così in un filone che potremmo definire “minimalismo estremo con cuore arcade”, accanto a titoli come Downwell, Minit e ovviamente Vampire Survivors, con cui condivide la filosofia dell’accessibilità immediata, della rigiocabilità compulsiva e dell’azione che non lascia respiro. L’influenza dell’opera di successo di Poncle, che ha sostenuto lo sviluppo, si avverte nella struttura loop-based e nella logica del “più ci giochi, più migliori”.
Chi sarà l’ultimo a rimanere in piedi?
Berserk or Die non è un gioco per tutti. È un titolo estremo, che richiede dedizione, dita veloci e una buona dose di tolleranza per la frustrazione. Ma potrebbe essere il gioco giusto per coloro che cercano un’esperienza arcade brutale, senza fronzoli, piena di adrenalina e sudore sulla tastiera. La visione di Nao Games è chiara e coerente, e con il supporto di un developer visionario come Poncle, il gioco potrebbe diventare interessante per gli appassionati degli indie action minimalisti. Certo, c’è ancora qualche spigolo da limare, ma niente che non sia risolvibile grazie a qualche aggiornamento futuro.

Riassunto
Riassunto
Una scarica di furia pixellosa che vi farà venir voglia di urlare, o magari di lanciare la tastiera fuori dalla finestra. Berserk or Die è un indie minimalista che fa della particolarità del suo control system la usa forza, ma anche la sua debolezza. Ci aspettiamo qualche aggiornamento futuro che possa dare più varietà al gameplay.
Pro
Pixel art molto gradevole Sistema di controllo originale...Contro
...ma scomodo. Poche variazioni nel gameplay- Giudizio complessivo7
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