Call of Duty è tornato, ancora una volta. Ma questa volta, Activision deve fare i conti con un vistoso calo d’interesse da parte dell’utenza, qualcosa che, a questi livelli, forse non si era mai registrato prima nel franchise sparatutto più venduto al mondo. E invece quest’anno, complice anche la concorrenza di giochi come Battlefield 6 e ARC Raiders, Black Ops 7 sta tremando.
Su Metacritic, dopo una settimana dal lancio, la media degli user score è crollata a 1,7 su 10. Un voto estremamente condizionato dal sentimento popolare di questi ultimi mesi, quando persino molti membri storici della community di Call of Duty stanno voltando le spalle al franchise per le sue discutibilissime scelte. Gli 0, tra gli utenti dell’aggregatore, fioccano. Ma 0, insomma, è forse anche troppo, così come lo sono i 10 (sì, uno c’è stato) da parte della stampa su Metacritic. Restiamo al di sopra delle parti, e cerchiamo di capire se e cosa funziona in Black Ops 7.
Versione provata: PS5
Campagna? Se deve essere così, non fatela proprio

Sin dalle prime ore di uscita di Black Ops 7, con i video e i commenti che iniziavano ad arrivare in rete, era chiaro che qualcosa nella campagna single player, che poi single player non è più neanche tanto, non fosse andato per il verso giusto. Ecco, in realtà è anche peggio di come ci aspettavamo.
Per come l’aveva descritta Treyarch, ci aspettavamo una campagna narrativa molto simile a quanto visto fare da Sledgehammer Games con Modern Warfare 3 nel 2023: una modalità da completare in pochissime ore, che alternava missioni open map e altre più lineari, e con alcune dinamiche prese in prestito da Warzone. La speranza è che Treyarch potesse aver sistemato alcuni limiti, che nel caso di MW3 erano ad esempio una narrativa debolissima. E invece, non solo questi limiti sono rimasti, ma siamo di fronte a una modalità ai limiti della vergogna.
Possiamo affermare con tutta franchezza che il processo di warzonizzazione di Call of Duty è ufficialmente completato con la campagna di Black Ops 7, a partire dal menu: i giocatori fanno squadra, scendono ad Avalon per completare missioni in ambienti che ricalcano le mappe multiplayer o la stessa Avalon che in un prossimo futuro diventerà proprio l’ambientazione principale di Warzone, e affrontano orde di nemici. Più che una campagna single player, quella di Black Ops 7 è l’ennesimo tentativo di trasformare tutto in un live service: la storia, che riprende personaggi e situazioni da Black Ops 2 in un modo inaspettatamente inconsistente, non è interessante; le meccaniche di gioco sono assolutamente fuori contesto, cancellando tutto quello che ricordavamo delle classiche campagne di Call of Duty; in più, l’aberrante assenza di funzioni come la pausa in game è davvero incommentabile.
Non ci dilungheremo ulteriormente sulla campagna, perché ne abbiamo già parlato in uno speciale apposito; il responso finale su questa modalità, in definitiva, è totalmente insufficiente.

Il ragionamento di fondo che emerge dopo aver completato la campagna di Black Ops 7, poco più di una manciata di missioni senza arte né parte ma semplicemente ritagliate quasi da un concept che mischia Warzone, DMZ, Modern Warfare Zombies e poco altro, privo di alcuna ispirazione. I singoli momenti che restano impressi lo fanno per i motivi più sbagliati, come la ormai tristemente celebre clip della gigantesca boss fight con fumi tossici e cloni esplosivi che danneggiano Mason e la sua squadra. L’unica cosa sensata da pensare per un fan storico di COD, in quel momento, è “ma cosa sto guardando?!?”, ed è una reazione del tutto legittima. Lo abbiamo già detto in tempi non sospetti, e oggi, con BO7, occorre ribadirlo a gran voce: se questa deve essere la campagna di Call of Duty, è meglio non farla proprio.
Discorso un po’ diverso va fatto per l’endgame, nuova modalità che, incredibilmente, strizza l’occhio a Warzone e DMZ e che si sblocca dopo il completamento della campagna – nota: da giovedì 20 novembre, Treyarch ha in realtà sbloccato questa modalità da subito per tutti, cambiandone le regole. La mappa di Avalon dicenta lo scenario di una serie di missioni da completare, suddivisa in aree dalla complessità crescente (sì, come Modern Warfare Zombies, uguale identico), e ci mischia qualche dinamica da extraction shooter – un genere che Activision sta cercando di cavalcare da anni, senza mai crederci davvero.
Treyarch ha costruito l’endgame in modo che potesse essere rigiocabile, e in effetti la presenza di upgrade e potenziamenti aiuta a costruire una progressione per i personaggi; peccato che, ancora una volta, tutto, ma proprio tutto, funzioni esattamente come le altre modalità già citate, con addirittura mostri direttamente da Zombies, boss fight, e la sensazione che giocare in squadra o da soli non cambi nulla, in quanto nessuna meccanica si sforza di dare importanza a ciò. Una buona modalità, che comunque annoia dopo poco per l’estrema ripetitività delle situazioni e delle missioni.
Qualche piccolo passo avanti
Il multiplayer competitivo di Black Ops 7, nella forma, non cambia di una virgola da quello del suo predecessore. Non parliamo solo delle modalità, ma anche del feeling di gioco: movimento, armi, ttk, ricompense, classi, modalità. Non cambia nulla. Funziona, perché già funzionava, ma la sostanza è sempre quella.

Ciò che manca davvero è la sensazione di novità, e non parliamo solamente di un motore grafico fermo al secondo dopoguerra – no, così è esagerato, ma Black Ops 7 è realmente un gioco vecchio nell’aspetto. Il gioco, forse a causa della sua natura cross-gen nuovamente riproposta (speriamo che nel 2026, con le console attuali che compiranno 6 anni, esca un Call of Duty capace realmente di sfruttare gli hardware di PS5 e Xbox Series), limita a zero le sue novità in tal senso: tutto sembra uguale (anche per la presenza di varie mappe rimasterizzate), tutto appare come un semplice aggiornamento (costosissimo) di Black Ops 6, che ripropone le medesime qualità e gli stessi difetti, anche se in parte mitigati.
Il design delle mappe, ad esempio, è stato fortunatamente stravolto e migliorato rispetto a quello di Black Ops 6, dove era davvero difficile trovare un’ambientazione ben costruita. Al contrario, questo nuovo capitolo introduce finalmente mappe abbastanza semplici nella loro struttura, ma funzionali a quello che devono essere: fare da sfondo a match mordi-e-fuggi mettendo a disposizione degli utenti più tipologie di scontro a fuoco. Davvero pigra però è la riproposizione 1:1 di Nuketown 2025, senza alcuna modifica neppure nell’aspetto; è l’esempio lampante di una produzione raffazzonata e che ha messo in piedi un titolo dalle basi solide ma senza vere idee.
L’introduzione dell’overclock e del prestigio per le armi contribuisce a dare ai giocatori nuove cose da fare e ricompense da sbloccare, se non fosse che alcune di queste, forse poche, forse tante, sono state realizzate con l’intelligenza artificiale. Alt, un momento: non siamo assolutamente contrari all’utilizzo dell’IA, neppure in ambito videoludico, ma occorre capire quale vuole essere la direzione prima di abusarne. Se infarcire di contenuti Black Ops 7 per farlo pagare 80 euro significa dare prompt a un tool IA che produce 50 o 60 skin e oggetti cosmetici, in che modo questo dovrebbe realmente giustificare un esborso di questo tipo? È una questione sicuramente controversa che si farà sempre più attuale nei prossimi anni, e sulla quale occorre da parte di tutti, sviluppatori e publisher in primis, una riflessione.
In tutto il resto, Black Ops 7 non ha nulla di più e nulla di meno rispetto a Black Ops 6. Possiamo dire che il movement e il feeling delle armi è stato leggermente migliorato, e che si ha una sensazione di maggiore fluidità – forse anche troppa; il time to kill rasenta ormai lo zero assoluto, e questo, a nostro avviso, è una mossa che sta penalizzando moltissimo i giocatori; lo SBMM, poi, resta ancora un mistero.

Treyarch ha annunciato di aver creato una playlist con matchmaking aperto e non basato sulle abilità, ma dopo questa prima settimana di gioco i dubbi sono davvero tantissimi, e sembra anzi che la situazione non sia cambiata per nulla: dopo una sequenza di match con risultati buoni o addirittura eccellenti, gli abbinamenti casuali portano i giocatori ad affrontare corazzate inarrestabili di presunti pro player del circuito competitivo, facendo sprofondare la voglia di proseguire. Se Call of Duty si deve trasformare in un lavoro per allenarsi costantemente, non è più un gioco. Ma a qualcuno piace, va detto.
La grande novità di questo titolo doveva essere il wall jump, ereditato in parte da Black Ops 3, che in realtà non cambia proprio nulla. O meglio, sono più i casi in cui questa meccanica sta rompendo il gioco attraverso glitch mostruosi, che quelli in cui viene realmente sfruttata come parte dell’omnimovement qui riproposto. Questo va forse ricondotto all’estrema frenesia dei movimenti dei Call of Duty di oggi, totalmente distanti da quelli di ormai più di un decennio fa: una meccanica come il wall jump, in un gioco multiplayer dove tutti i personaggi sono centometristi olimpionici, non ha un gran perché.
Il multiplayer di Black Ops 7 è una proposta interessante in fatto di contenuti (è un capitolo con tantissime mappe al day one, tanto per dirne una), e piacevole da giocare se avete amato gli ultimi capitoli. Però, il discorso è sempre quello: BO7 funziona perché già BO6 funzionava, e questo si è limitato semplicemente ad aggiornare piccoli elementi cercando di ricavare il più possibile dai vecchi capitoli della serie per accelerare lo sviluppo. Se il PvP di Black Ops 7 è perlomeno apprezzabile, non è certo tutto merito suo: la sensazione di avere tra le mani un DLC venduto a prezzo pieno è tangibile, ancor di più che nel 2023 con Modern Warfare 3 di Sledgehammer Games.
Zombies, la strada è sempre quella
Dunque, sciogliamo subito i possibili dubbi e le domande dei fan storici di Call of Duty Zombies: se state cercando un’esperienza il più possibile vicina alle classiche modalità survival di Black Ops 2 e 3, con easter egg complessi, un grande art design nelle mappe, e una storia ricchissima di segreti capaci di dar vita a una ricerca ossessiva di informazioni e teorie, non la troverete qui.

Black Ops 7 Zombies prosegue la linea tracciata da Cold War alcuni anni fa, mandando avanti la trama dell’Etere Oscuro (che in Black Ops 6 si è ormai fusa con la Storia Caos, con troppi e a tratti incomprensibili retcon) e riportando ora in scena gli storici protagonisti Takeo, Nikolai, Richtofen e Dempsey – in realtà, Treyarch si gioca la carta del multiverso, tirando in ballo quattro varianti di questi personaggi che hanno storie ed esperienze diverse da quelli che i fan hanno imparato ad amare negli anni scorsi. Per inciso, la localizzazione italiana ha anche scelto (forse su consiglio di Activision, ma non lo sappiamo), di cambiare radicalmente le storiche voci di Nikolai e Takeo (in quest’ultimo caso, anche il doppiatore originale è cambiato), e questo, lo diciamo, fa perdere molto della loro personalità.
È ancora presto per dire se e come la storia si evolverà, anche se la narrazione sta già delineando alcuni quadri precisi; in ogni caso, Zombies si ripresenta con due modalità, più alcune varianti. Per andare incontro alle richieste dei fan storici, Treyarch non ha modificato la struttura del gameplay (è invariata da Black Ops 6: gobblegum, corazze, rarità delle armi, tre livelli di Pack a Punch, equipaggiamenti da costruire, e così via), bensì la fruizione delle mappe.
Al day one, insieme all’inedita Ceneri dei Dannati che scimmiotta la storica TranZit di Black Ops 2, ecco infatti che Fattoria Vandorn, una delle location di questa mappa più grande, viene ritagliata per farne una nuova mappa dedicata solo ed esclusivamente alla Sopravvivenza: si entra, si prendono le armi, e si comincia a eliminare non morti senza pensare ad altro. Insomma, proprio come accadde con TranZit in Black Ops 2, dalla quale il team ricavò mappe come Deposito, Città e appunto Fattoria.
Non è certo una novità per la quale strapparsi i capelli, ma Treyarch ha qui dimostrato di saper ascoltare tutti quei giocatori che chiedevano un’esperienza Zombies più rilassante e senza troppi fronzoli – cosa che in realtà già faceva più di 13 anni fa, ma lasciamo perdere e prendiamolo come una novità.
I più hardcore, invece, trovano appunto pane per i loro denti con Ceneri dei Dannati, mappa ambientata subito dopo gli eventi di Reckoning di Black Ops 6 nella quale la squadra di Weaver viene catapultata all’interno dell’Etere Oscuro e si ritrova faccia a faccia con le quattro varianti dei Primis e, udite udite, un nuovo nemico misterioso. La mappa, come detto, richiama la struttura di TranZit, ma stavolta sono i giocatori a spostarsi in autonomia attraverso la Vecchia Tessie, un veicolo a quattro ruote da migliorare con equipaggiamenti vari per percorrere le infestate strade dell’Etere Oscuro. Non manca, ovviamente, il solito easter egg con tanto di boss fight finale e anticipazione sul futuro.

Concettualmente, Ceneri dei Dannati riesce a rielaborare il concept di TranZit in un modo molto più intelligente rispetto alla mappa originale, ma lo sforzo non è stato particolarmente esaltante in fin dei conti. Le proposte sono intelligenti, e questo va segnalato, ma per i puristi il classico Zombies è ormai un ricordo sempre più lontano. Forse, come abbiamo già detto più volte nel corso degli ultimi anni, ciò in cui pecca davvero Black Ops 7 è la solita mancanza di coraggio, e il voler warzonizzare persino una modalità come Zombies. La direzione artistica, nonostante le mappe siano ambientate nell’Etere Oscuro, non riesce a valorizzare pienamente questa nuova storia, anche se perlomeno un passo avanti in tal senso rispetto a BO6 è stato fatto. Era difficile non farlo, aggiungiamo.
Dulcis in fundo, quest’anno torna anche Dead Ops Arcade con la sua quarta iterazione: ancora divertente, difficilissimo e appagante, è una variante di Zombies che accompagna i giocatori sin dal primo Black Ops, e come extra va più che bene. Certo è che, così come anche per Ceneri dei Dannati, anche Zombies sta vivendo eccessivamente di una nostalgia venduta a prezzo pieno., che non ne vuole sapere di fare veri passi avanti – o indietro, a seconda di come la si vuole guardare.

Review Overview
Riassunto
Black Ops 7, preso da sé, non è un videogioco che può essere definito un disastro: ha tanti contenuti, rifinisce alcuni deboli elementi di BO6, e non si lascia troppo andare alla nostalgia, pur proponendo alcuni classici ritorni. Il problema è che qui, proprio come nel caso di MW3 due anni fa, si percepisce davvero tanto la sensazione di un franchise stanchissimo, senza energie, privo di spunti interessanti, pronto a riciclare idee e asset di 15 anni fa pur di non rinunciare in alcun modo agli 80 euro richiesti ogni anno ai fan. Black Ops 7, ancor più che MW3, è un costosissimo DLC di Black Ops 6, e nessuna dichiarazione degli sviluppatori ci farà cambiare idea. Se vivete di pane e Call of Duty, acquistatelo, probabilmente non ve ne pentirete e anzi avrete da giocare molto; se non avete acquistato Black Ops 6, ripartire da qui non è una cattiva idea; in caso contrario, quest'anno potete tranquillamente rinunciare: non c'è nulla, al momento, per il quale valga davvero la pena investire una tale somma. O provatelo tramite Game Pass, se siete già abbonati.
Pro
Davvero tanti, tanti contenuti L'endgame è perlomeno carino Il PvP rifinisce alcuni difetti di BO6 Zombies vi piacerà...Contro
La campagna è orribile Grafica ormai molto vecchia Non c'è alcuna sensazione di novità ... se vi è piaciuto da Cold War in avanti- Giudizio complessivo7
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