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[RECENSIONE] In Sound Mind

Annunciato nel 2020, In Sound Mind (tradotto: “Sano di mente”) è un horror game suddiviso in livelli. Ognuno di questi rappresenta un grande puzzle ambientale, con rompicapi alla Resident Evil, oggetti da ritrovare e nemici da distruggere.

Il titolo sviluppato da We Create Stuff è un esperimento interessante ma non del tutto a fuoco sotto certi aspetti: dalle premesse di trama ci aspettavamo si concentrasse maggiormente sull’esplorare la psiche umana e i suoi lati oscuri, cosa che invece avviene in modo davvero superficiale, per dare invece molto più spazio a un gameplay spiccatamente action soprattutto nelle ultime fasi dell’avventura.

Esaminiamo insieme pregi e difetti di In Sound Mind in questa recensione senza spoiler.

Versione provata: PC

Il difficile mestiere dello psicologo

Gatti parlanti, luoghi disabitati, strane sostanze psicotrope e intossicanti, mostri onirici usciti dai nostri peggiori incubi: questi sono alcuni degli elementi chiave della trama di In Sound Mind, un horror/thriller in prima persona che mette il giocatore nei panni del quarantunenne Desmond Wales, uno psicologo particolarmente dedito al suo lavoro.

Nella tutt’altro che ridente cittadina di Milton Haven, il dottore ha assistito diversi pazienti afflitti da patologie importanti: paranoie, rabbia repressa, odio e disistima verso sé stessi. Ben presto scopriamo che gli sventurati pazienti non hanno tratto giovamento dalle cure dello psicologo, incappando in fini violente a causa delle loro soverchianti psicosi. È così che la sanità dello stesso Desmond comincia a vacillare, e il dottore si interroga sul suo stato mentale e sull’efficacia del suo lavoro.

Non c’è molto altro da dire in realtà sulla trama del gioco, che ci catapulta fin da subito in una situazione inquietante: ci troviamo in un edificio abbandonato che si sviluppa su tre piani, unica compagnia un gatto parlante e una voce incorporea poco amichevole, che spesso si mette in contatto con noi attraverso gli apparecchi telefonici delle diverse stanze. Questo sarà il nostro hub centrale nel quale torneremo al termine di ogni “livello”.

Il vero e proprio gameplay infatti, un po’ come succedeva per un altro titolo horror indipendente da noi recensito, Visage, si sviluppa dopo aver rintracciato delle audiocassette che riportano stralci delle sessioni di terapia tra Desmond e i suoi pazienti. Ogni audiocassetta ci porterà ad esplorare una nuova location, nella quale saremo intrappolati fino alla risoluzione di tutti i suoi rompicapi.

Le audiocassette che troveremo nell’edificio seguono un ordine ben preciso, così da lasciare al giocatore ben poca possibilità di scelta: i livelli che compongono l’avventura non sono molti ma risultano ampi e ben strutturati, con tanti enigmi da risolvere e minacce da affrontare, per una durata di gameplay complessiva che si aggira attorno alle 7 ore.

Un’avventura horror tra azione e rompicapi

Spesso il peggior difetto di questo genere di titoli sono i comandi, macchinosi e frustranti da utilizzare. In Sound Mind invece ha dalla sua dei comandi semplici ed efficaci, per un gameplay alquanto dinamico e improntato sull’azione.

La maggior parte del tempo lo passeremo ad esplorare il nuovo livello, all’interno dell’audiocassetta che rappresenta, di fatto, le paure e le psicosi dei protagonisti portate all’estremo e fatte realtà. La prima ambientazione, costituita da un supermercato dismesso, ci è sembrata la più ispirata e la più orrorifica.

Risolvere i rompicapi non sarebbe particolarmente difficile (si tratta quasi sempre di ritrovare degli oggetti e capire dove portarli e a cosa servono, facendolo nell’ordine giusto), se non fosse per i nemici che infestano le aree. Oltre ai mostri base, dei nemici umanoidi con un faro al posto del viso, Desmond si troverà in ogni livello ad affrontare un boss che lo perseguiterà per tutto il tempo, fino al decisivo stage finale.

Per procedere, dovremo recuperare ad ogni livello un oggetto chiave che poi rimarrà nel nostro inventario anche nelle fasi successive dell’avventura, risultando fondamentale per aprire aree precedentemente inaccessibili nell’hub centrale. Per darvi l’idea, raccoglieremo un coccio di vetro, armi da fuoco, una maschera antigas ed altro.

Ci sarà parecchio da sparare. Lo shooting è buono anche se un po’ rudimentale, e diventerà preponderante più si prosegue di livello in livello.

Uno dei più grandi difetti del titolo è, di fatto, che si pone come un horror psicologico, per poi sviluppare un gameplay molto più action, nel quale la paura passa decisamente in secondo piano.

Il design dei boss/stalker è interessante e per questo non vi faremo spoiler, ma dopo l’impatto iniziale fanno più rumore che paura. Gli unici elementi davvero horror del titolo sono due/tre jumpscare piuttosto ben piazzati, per il resto si tratta di risolvere dei puzzle ambientali e di sparare in un’atmosfera inquietante ed opprimente.

Un po’ carne, un po’ pesce

In Sound Mind prende a piene mani da altri titoli del genere quali Layers of Fear, Visage, Observer e Resident Evil, senza riuscire però a brillare tra loro per nessun aspetto in particolare.

Si tratta di un mix di generi che non eccelle né per l’originalità degli enigmi, né per la varietà delle sezioni action, né per la trama, che risulta abbastanza intuibile e ridotta all’osso.

Nel complesso però, si tratta di un titolo capace di intrattenere, che scorre senza momenti morti e che ha sicuramente il suo punto di forza nel design dei boss che infestano ciascuna audiocassetta. Il rischio è che però questo non basti per mantenere viva la curiosità del giocatore e spingerlo a giungere fino alle battute finali.

Dal punto di vista tecnico non abbiamo riscontrato particolari problemi. Se l’HUD minimale aiuta a creare atmosfera, il sistema di salvataggio a checkpoints non è così comodo, in quanto dopo una morte o se è necessario terminare la partita spesso ci si ritrova a dover rifare intere sessioni di gameplay. Vi è inoltre la possibilità di ripercorrere i livelli per recuperare potenziamenti e risorse, ma ahimè sarà necessario rifare tutto da capo, nemici e boss già battuti in precedenza compresi.

Artisticamente In Sound Mind è discreto ma non memorabile, nota di merito va invece al comparto audio molto curato e ad effetto per quanto riguarda rumori e doppiaggio.

 

PUNTI DI FORZA:

  • Pochi boss, ma dal design accattivante
  • Bello il sound design
  • Premesse interessanti, ma…

PUNTI DEBOLI:

  • … alla fine parecchio potenziale sprecato
  • Non eccelle per direzione artistica o per idee di gameplay

In Sound Mind è un titolo che non si prende troppo sul serio, e per fortuna. Poco horror, un po’ action, con enigmi non molto originali, non spicca tra gli altri titoli del genere che popolano ormai gli scaffali fisici e online dei videogiocatori. Strutturato in prima persona con una progressione suddivisa per macro livelli, ha come protagonista Desmond Wales, un giovane psicologo molto dedito al suo lavoro, ma che comincia a perdere lucidità in seguito alle tragiche fini di alcuni suoi pazienti. Pur risultando poco memorabile, offre circa 7 ore di intrattenimento scorrevoli. Consigliato agli amanti del genere un po’ annoiati.

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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