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[Recensione] Like a Dragon: Ishin!

Se pensiamo all’intero panorama videoludico è difficile trovare un’opera insolita come Ryu Ga Gotoku: Ishin. Quando uscì nel 2014 in Giappone su Playstation 3 e 4 adottò una premessa molto interessante, ovvero riutilizzare i personaggi più importanti della serie Yakuza cambiando il loro nome, così da far loro interpretare, alla guisa di veri e propri attori, delle figure di spicco della storia giapponese del XIX secolo, proprio come in un dramma in costume.

Per i fan della serie Yakuza, o Like a Dragon come il Ryu ga Gotoku Studio ha deciso ormai di ribattezzarla in occidente da questo capitolo, l’approccio adottato da Ishin fu rivoluzionario, ma allo stesso tempo poteva consentire anche a chi si avvicinava per la prima volta alla saga di farlo senza remore, non essendo per costoro necessario conoscere gli eventi di una trama che si dipanava su svariati capitoli. La storia di Ryu ga Gotoku: Ishin adottava la stessa serietà alla quale ci aveva abituato la saga principale, mantenendo al tempo stesso i suoi tipici momenti colmi di umorismo over the top.

Fortunatamente oggi quel capitolo diventa disponibile anche in occidente, con un vero e proprio remake in Unreal Engine 4 intitolato Like a Dragon: Ishin! E, come ormai avviene da Yakuza 0 nel 2018, è disponibile anche sui nostri PC e, come per Yakuza 7, persino in italiano!

Restaurazione storica e videoludica

Nel 1860 lo shogunato Tokugawa, che aveva governato il Giappone per trecento anni, si stava indebolendo giorno dopo giorno. Dopo che gli americani comandati dall’ammiraglio Perry bombardarono i porti giapponesi con le loro avanzatissime navi nere da guerra, molti patrioti diedero vita ad un movimento di riforma, il Sonnou Joi, che sosteneva che lo Shogun Tokugawa fosse ormai inadatto a governare il Giappone, e che il potere, dopo quasi 700 anni, dovesse tornare nelle mani dell’imperatore.

Il protagonista di Like a Dragon: Ishin è Ryoma Sakamoto, uno tra i più famosi dei riformatori del Sonnou Joi. Dopo essere tornato nella sua città natale di Tosa al termine del suo percorso di studi, Ryoma viene incastrato come colpevole dell’assassinio del suo mentore. Per trovare la verità e vendicarsi, si dirige verso Kyoto, si unisce agli Shinsengumi (la squadra armata scelta dei fedeli del Bakufu, lo Shogunato) sotto lo pseudonimo di Hajime Saito, e si tuffa nel vortice della lotta per il potere del Bakumatsu, il periodo in cui stava terminando il controllo dello Shogunato.

A interpretare il ruolo del protagonista in Ishin vi è l’eroe della serie, il mitico Kazuma Kiryu. La sua figura perseverante, dura e mai arrendevole si riflette ancora una volta in Ryoma Sakamoto, in modo che i giocatori possano nuovamente mettersi nei panni di colui che è davvero un drago tra gli uomini.

I personaggi storici attorno a Ryoma Sakamoto sono anch’essi interpretati da altri eroi della serie principale di Yakuza. Ad esempio Souji Okita e Shinpachi Nagakura degli Shinsengumi hanno le fattezze di due vecchie conoscenze del Tojo Clan: Goro Majima e Taiga Saejima. Il samurai Shintaro Nakaoka che ha stretti legami con Ryoma è interpretato dal vecchio amico di Kiryu, il detective Date.

Vale la pena ricordare che questo remake di Ishin ha sostituito anche alcuni personaggi minori del gioco originale con certi eroi apparsi in giochi più recenti. Ad esempio, i tre boss principali in Yakuza 0, Awano, Kuze e Shibusawa, Ryo Aoki di Yakuza: Like a Dragon, così come Zhao Tianyou, Han Joon-Gi e Adachi fanno la loro ricomparsa in Like a Dragon: Ishin, in modo tale che i giocatori entrati in contatto solo recentemente con la serie Yakuza possano vedere molti volti familiari all’interno del gioco.

Nei Like a Dragon siamo stati abituati ad una solida trama principale, e Ishin non è un’eccezione. Anche questo capitolo attira i giocatori con una buona suspense fin dall’inizio, e poi, man mano che vengono rivelati gli elementi della cospirazione, le nostre emozioni vengono gradualmente spinte verso il climax al termine del gioco, e diventa davvero difficile posare il controller. Naturalmente, se si ha una certa familiarità con la storia della Restaurazione Meiji, si possono trovare alcune chicche interessanti nella trama, come l’idea di unire Ryoma Sakamoto e Hajime Saito in un unico personaggio, ma anche chi è a digiuno di storiografia nipponica apprezzerà senza dubbio ogni colpo di scena che il gioco ci riserva, anche grazie alla presenza costante di un glossario che ci spiegherà di volta in volta cosa significano certi termini.

“Signora mia, non ci sono più i samurai di una volta!”

Durante il periodo della Restaurazione Meiji, il Giappone iniziò finalmente a importare armi moderne dall’Occidente. Fino ad allora erano presenti unicamente gli archibugi Tanegashima, sviluppati dagli artigiani nipponici sul modello dei fucili portoghesi del 1500. Pertanto, nelle battaglie di Ishin, oltre a usare una katana, si può anche estrarre una pistola per dire a quei samurai della vecchia scuola: “Ehi bello, i tempi sono cambiati!”

Like a Dragon: Ishin è quasi impeccabile in termini di ricchezza di mosse e profondità, il che fa sì che il suo intero sistema di combattimento raggiunga quasi il culmine della serie. In questo capitolo, si può passare da uno stile all’altro in qualsiasi momento, proprio come avveniva in Yakuza 0. Gli stili disponibili sono quattro: arti marziali (Brawler), con una spada (Swordsman), con pistola (Gunman) e con spada e pistola insieme (Wild Dancer). Com’è logico immaginare, a stili diversi corrispondono esperienze di combattimento completamente differenti.

Lo stile con una singola spada offe una potente capacità di blocco e un veemente colpo di taglio, che è molto adatto per le battaglie con i boss 1V1, e l’obiettivo della battaglia del giocatore sarà anche il parry e la rottura delle difese. Ad ogni battaglia le vostre orecchie saranno inondate da un suono continuo di lame d’acciaio che si scontrano, il che mi ha fatto sentire come se stessi giocando a Sekiro!

Lo stile con la pistola è uno dei pochi metodi di attacco a lungo raggio di tutta la serie Yakuza. È facile da usare, ha buone capacità di attacco e può facilmente abbattere alcuni nemici con il vantaggio della distanza. E non mancano i tipi di munizioni speciali come bombe infuocate, bombe elettriche, bombe acide… Quando si adotta questo stile, con i suoi attacchi a distanza, il suo uso costante di buff e debuff, sembra quasi di usare un mago o un warlock!

Il mio stile preferito è il Wild Dancer. Facendo uso sia di una spada che di una pistola risulta estremamente flessibile. E le soddisfazioni non mancano nemmeno quando ci troviamo ad affrontare i boss.

E invece per quel che riguarda il Brawler… strano a dirsi, ma in questo capitolo pare essere uno stile solo abbozzato. Poiché gli attacchi senz’armi non godono di alcun bonus di equipaggiamento, il danno complessivo delle arti marziali è molto basso. Nelle fasi intermedie e finali del gioco, quando adottando gli altri stili si possono facilmente togliere 100 o 200 punti vita ai boss con una singola combo, un pugno può causare solo quattro o cinque punti danno, il che è un grave problema, come potete facilmente immaginare.

Le nuove mosse di ogni stile devono essere sbloccate spendendo punti nel sistema Soul Orb, simile a quello già presente in Yakuza 0. Più frequentemente useremo una determinata arte marziale, più sarà facile ottenere le sfere dell’anima esclusive di quello stile. Inoltre, si ottengono sfere dell’anima neutre ogni volta che si sale di livello, in modo da poterle investire liberamente in qualsiasi stile in base alle nostre preferenze.

Questi upgrade comprendono miglioramenti alla salute di Ryoma e al suo potere di attacco, oltre a mosse speciali e combo, e possono anche aggiungere diversi tipi di Heat Action, le classiche finisher della serie. Man mano che si procede, vedrete come non solo si diventi più forti, ma sbloccando nuove mosse anche il gioco stesso diventa uno spettacolo per gli occhi!

Inoltre, in questo remake è stato aggiunto anche una sorta di “Sistema di Squadra” tramite carte collezionabili per assistere i giocatori durante gli scontri. Questa modalità è in realtà un po’ simile ad un gioco mobile: si ha l’opportunità di ottenere nuove carte spendendo denaro per reclutare soldati o ricevendo ricompense casuali dopo le battaglie. La loro rarità sarà suddivisa in più livelli, dal base al leggendario, dove ovviamente più alta è la rarità della carta, più alto sarà il level cap.

Si possono equipaggiare fino a 4 soldati per ogni stile di combattimento, e forniranno bonus extra sull’HP e vari altri tipi di aiuto.

Ci sono un gran numero di queste abilità e la varietà non è affatto poca. Tra i bonus possibili, non ci sono solo buff di attacco e difesa, ma anche abilità di attacco come sfere gravitazionali, lance di fulmini e bombe infuocate. Molto forti anche i loro effetti, soprattutto le abilità delle carte “leggendarie”, che bastano per ribaltare l’esito delle battaglie. Non solo possono riempire l’intera barra della vita in una volta sola per aiutarvi a sopravvivere quando affrontate la mossa più potente dei boss, ma anche permettervi di uccidere facilmente il nemico con una potentissima finisher.

Tutto ciò aggiunge ancora più profondità al sistema di combattimento di questo capitolo. La collocazione delle varie abilità aumenta la varietà di tutti gli stili di combattimento, e imparare a massimizzare gli effetti delle Trooper Cards è una questione che vale la pena studiare.

Grazie Ryoma, per farci vivere abbracciati ancora!

Gli open world di ogni Like a Dragon hanno sempre avuto la fama di essere piccoli ma raffinati, e lo stesso vale per Like a Dragon: Ishin. L’area che i giocatori possono esplorare in questo capitolo è solo una piccola parte della città di Kyoto, ma può vantare molti contenuti. Gli ambienti non godono purtroppo del dettaglio grafico al quale ci aveva abituato Yakuza 7, e ho notato allo stesso modo che gli NPC con i quali non interagiamo, come ad esempio le persone che passeggiano lungo le vie di Kyo, adottano dei modelli grafici più simili a quelli di Yakuza 5 e 0 piuttosto che a quelli dell’ultimo capitolo della saga. Anche il numero dei poligoni adottati sembra inferiore a quelli di Yakuza: Like a Dragon, e ciò mi fa pensare che sia stata fatta una mera trasposizione 1:1 di quelli che erano i modelli originali degli NPC secondari. I personaggi principali invece sono una gioia per gli occhi, anche grazie al lavoro di face capture.

Pur abbandonando il tradizionale palcoscenico della moderna Kamurocho, anche molti minigiochi cittadini hanno ottenuto un certo restyling, sebbene la loro essenza non sia cambiata molto: anche 200 anni fa Ryoma si poteva scatenare nei balli tradizionali giapponesi, oppure andare a cantare l’immancabile Baka mitai in una sala da karaoke ante litteram.

Non manca neanche il momento Harvest Moon, nel quale Ryoma acquisirà una proprietà immobiliare nella periferia di Kyoto. Qui non ci limiteremo a coltivare e cucinare verdure, allevare gatti e nutrire cani, ma riceveremo anche la visita di una vecchia conoscenza della saga, Haruka Sawamura, che potrà di nuovo urlarci “Oji-saaaaan!”.

Inoltre, a Kyoto, è disponibile anche un fabbro, presso il quale le armi possono essere rafforzate e potenziate.

La tecnica del Goshi

Like a Dragon: Ishin è il primo tentativo da parte del Ryu Ga Gotoku Studio di utilizzare l’Unreal Engine 4 di Epic invece del Dragon Engine interno. Lo studio ha dichiarato che la scelta è stata fatta perché l’Unreal Engine è migliore nel rendere le scene diurne, che abbondano in Like a Dragon: Ishin a causa della sua diversa ambientazione. Al contrario, il Dragon Engine è stato specificamente progettato per ricreare la vivace vita notturna della Tokyo moderna. Sappiamo però che per i prossimi due capitoli della saga, Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name, e Like a Dragon: Infinite Wealth, vedremo il ritorno del tradizionale motore del Ryu Ga Gotoku Studio.

La prospettiva dell’adozione del motore di Epic aveva fatto sobbalzare molti PC gamer dalla sedia, visto l’esito finale di tanti recenti porting che ne facevano uso, ma sono felice di affermare che Ishin non presenta particolari problemi di sorta.

Innanzitutto, non ho notato stuttering, sebbene il gioco non preveda una fase iniziale di precompilazione degli shader ad ogni avvio.

Ad ogni modo Ishin, sulla mia configurazione di prova che consta di un Ryzen 7 1700, 16GB DDR4, una RTX 3070ti con il gioco installato su un NVME mantiene i 100 FPS di media con una risoluzione di 2560×1080. A questo proposito, il gioco non prevede nativamente le risoluzioni ultrawide, ma grazie a una mod, l’IshinFix (del quale parliamo più dettagliatamente in una guida dedicata), abbiamo la possibilità di visualizzare l’intero mondo di gioco senza le sgradevoli bande nere. Inoltre l’IshinFix consente anche di sbloccare il limite degli FPS del gioco, che nativamente è settato su 120FPS (30 per le cutscene). Davvero ottimo!

Le opzioni video disponibili all’interno del menù comprendono la modalità dello schermo (senza bordi, schermo intero o finestra), la risoluzione, i filtri di upscaling (AMD FSR 2.1, Intel XeSS e nVidia DLSS 2.0, aggiunto nella patch 1.5), il VSYNC, la qualità video, uno slider per il campo visivo, il limite agli FPS, la qualità delle ombre, la qualità della geometria, i riflessi in tempo reale (non raytracing), l’SSAO, e la scala di rendering. Non è disponibile purtroppo uno slider per il filtro anisotropico e per l’antialiasing, che è un temporal.

PUNTI DI FORZA

  • Estremamente divertente
  • Setting storico interessante
  • Un ottimo remake del gioco originale, ma…

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • …paga proprio la sua natura di remake
  • Qualche opzione grafica un più sarebbe stata gradita

Like a Dragon: Ishin è uno spettacolo adrenalinico colmo di battaglie sanguinose. I giocatori possono vivere il particolare momento storico della fine del potere dello Shogunato attraverso gli occhi di Ryoma Sakamoto, ma godendo del carisma del più amato fra i personaggi della saga, Kazuma Kiryu. Il sistema di combattimento è uno dei più divertenti della saga, proprio grazie alla varietà di mosse disponibili e alla sua profondità. I suoi difetti sono causati proprio dall’essere un remake, come accadeva anche nel caso di Yakuza: Kiwami e Kiwami 2; il mondo di gioco è forse un po’ limitato per essere un titolo in uscita nel 2023, e anche il confronto con il setting di Yakuza: Like a Dragon è impari. Avremmo preferito magari qualche opzione video in più, e soprattutto il supporto nativo alle risoluzioni ultrawide, ma l’assenza di stuttering in un porting pc, visti i casi recenti, è senz’altro un grosso punto positivo.

Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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