Home Videogiochi [Speciale] Lies of P – Spiegazione del finale (e speculazioni sui DLC)

[Speciale] Lies of P – Spiegazione del finale (e speculazioni sui DLC)

Lies of P è un action “souls like” che conduce il giocatore tra le inospitali vie della città di Krat, ormai caduta in mano alla furia di burattini assetati di sangue umano. Nelle vesti di Pinocchio, un burattino con l’insolita capacità di dire bugie (le macchine, si sa, non possono mentire), dovremo scoprire i più oscuri segreti di Krat e dei personaggi che la abitano.

Abbiamo parlato approfonditamente del titolo Neowiz e Round8 nella nostra recensione priva di spoiler. L’immaginario di Lies of P, ispirato al celeberrimo “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino“, l’opera di Carlo Collodi, è sicuramente intrigante e nasconde bene i suoi segreti. Questo tipo di narrazione sa come non essere troppo criptica, pur permettendo ai giocatori di speculare riguardo i personaggi e il mondo di gioco sia durante la run che… dopo i titoli di coda.

In questo speciale andremo ad esaminare i vari finali di Lies of P (qui la guida al raggiungimento dei finali, qui la guida al Platino) dal punto di vista della trama e dei suoi futuri sviluppi.

Ci sarà un Lies of P 2? Non lo sappiamo ancora, sappiamo però che ci saranno dei DLC, quindi c’è parecchio da discutere.
Va da sé che questo articolo conterrà numerosi spoiler, approcciatevi alla lettura solo dopo aver completato il gioco e a vostro rischio e pericolo.

Lies of P – Spiegazione dei finali

In Lies of P dipende tutto dalle scelte compiute durante il nostro viaggio tra le terre devastate di Krat. Più diciamo bugie e più ci mostriamo empatici verso il prossimo, più il protagonista risveglia l’umanità dentro di sé, tornando umano e abbandonando la sua natura di burattino. A seconda delle scelte compiute dunque, possiamo raggiungere uno dei tre possibili finali del gioco, che chiameremo “finale cattivo” (Real Boy: They all lived happily ever after), “finale neutro” (Free from the puppet string) e “finale perfetto” (Rise of P).

Dopo aver scoperto la verità su Sophia e aver deciso della sua sorte, il nostro P arriva a fronteggiare il capo degli Alchimisti, Simon Manus. Questo personaggio diabolico è la causa del Morbo Pietrificante che ha trasformato in mostri i cittadini di Krat: il suo obiettivo finale è di utilizzare l’Ergo per trasformarsi in una nuova, evoluta entità. Il suo personaggio tuttavia rimane lo stesso, indipendentemente dalle scelte fatte durante il gioco. La vera partita si disputa una volta raggiunto Geppetto, subito dopo aver distrutto Simon Manus.

Quando il nostro “adorato” padre ci chiede di donargli il nostro cuore, potremo decidere di assecondarlo. Geppetto quindi sfila il cuore dal petto di P per inserirlo in un altro burattino da lui custodito, una sorta di versione “malvagia” del nostro P (per questo si parla di “finale cattivo”). Geppetto chiama questo nuovo burattino “Carlo“, che era anche il nome del suo vero figlio, quello in carne e ossa ormai perduto.

Il nuovo burattino segue gli ordini di Geppetto e, senza il minimo rimorso, uccide gli altri personaggi dell’Hotel Krat, dando il via a quella che sarà forse una nuova era all’insegno della violenza e del sangue.

Tornando a dare un’occhiata all’Hotel, scopriamo che quelli che erano diventati i nostri amici sono stati sostituiti da dei burattini senza senno, creati solo per servire Geppetto. Inquietante.

Si tratta chiaramente del finale peggiore, più oscuro e inquietante di Lies of P. Nessun sentimento guida più il nostro P, ora rinato con le sembianze di “Carlo”. I nostri amici sono morti, tutto è al servizio di Geppetto e dei suoi scopi, senza più possibilità di agire secondo ragione o seguendo il proprio compasso morale. Il titolo di questo finale, che tradotto corrisponde a “Bambino vero: e vissero tutti felici e contenti”, è esso stesso una bugia. In realtà abbiamo ottenuto l’esatto contrario: siamo rimasti dei semplici burattini alla mercé di qualcun altro, lasciandoci alle spalle una scia di sangue e nessun sopravvissuto.

Per fortuna questo non è il “vero” finale di Lies of P. Ne esistono altri due che possiamo raggiungere facendo la “giusta” scelta alla fine del gioco, cioè quella di non consegnare il nostro cuore meccanico a Geppetto per servire i suoi scopi.

Prima di raggiungere l’Abbazia di Arche e il vero corpo di Sophia intrappolato all’interno infatti, il giocatore si imbatte in alcuni “ricordi”, delle statuette di sabbia che testimoniano come Carlo in realtà (il bambino vero) fosse insoddisfatto del suo rapporto col padre Geppetto, una figura troppo assente nella sua vita. Il Geppetto di Lies of P dunque non è affatto una figura positiva.

Tratta questa dovuta conclusione, potremmo decidere di non dare il nostro cuore a Geppetto sul finale del gioco quando ci viene richiesto. Questa scelta porta al “finale neutro” se abbiamo detto troppe verità durante l’avventura, rimanendo più che altro dei burattini. Porta invece al “finale perfetto” se abbiamo mentito per la maggior parte delle volte, scegliendo di voler scoprire la verità ma senza provocare dolore a chi ci trovavamo davanti (abbiamo dunque optato per le cosiddette “bugie bianche“, dette per empatia, per preservare gli altri dalla sofferenza).

In entrambi i casi ci troveremo a dover affrontare il Burattino senza nome, un nemico pericoloso e al contempo affascinante. Una volta sconfitto, leggendo il suo Ergo Raro, scopriamo che si tratta del primo burattino fabbricato da Geppetto e dotato di un Organo-P, una creazione che risulta però difettosa e tendente alla distruzione, che fu quindi rinchiusa in una valigia e dimenticata.

Il Burattino senza nome è l’ultima risorsa di Geppetto per riavere il cuore di Carlo che è invece all’interno del nostro P, un’entità che si è ora ribellata al suo volere. Durante la boss fight, apprendiamo da Geppetto stesso che è solo grazie a lui se P è libero dal Grande Patto dei burattini e può quindi godere del libero arbitrio e della possibilità di mentire. In noi risiede parte del figlio Carlo, la sua personalità ad esempio, i suoi tratti, ma non i suoi ricordi. Il piano di Geppetto non è comunque quello di riavere il suo bambino in carne e ossa, più probabilmente l’obiettivo è dar vita al Carlo-burattino malvagio del “finale cattivo”, quindi i ricordi del figlio non gli sono mai serviti (e comunque, come abbiamo appreso, Carlo lo detestava quindi quei ricordi sarebbero stati solo deleteri per Geppetto).

Ucciso il temibile Burattino senza nome, potremmo ottenere il “finale neutro“. In questo finale Geppetto si sacrifica pur di salvare il cuore di Carlo che risiede dentro P: sarebbe stato infatti distrutto dal colpo finale dell’avversario, impedendo per sempre a Geppetto di compiere il suo piano e ottenere la versione di Carlo sperata (quella del tutto assoggettata a lui). Una volta sgominato definitivamente il Burattino senza nome, P assiste Geppetto nei suoi ultimi istanti di vita. In questo finale, l’uomo rimarca come siamo semplicemente dei burattini, in quanto non abbiamo guadagnato abbastanza umanità mentendo durante il walkthrough. Otteniamo così il “finale neutro”. Siamo liberi dai fili che ci muovevano in quanto Geppetto è morto, ma comunque siamo ancora troppo burattini.

Per raggiungere il vero finale, quello “perfetto” denominato “Rise of P“, l’animo di P deve tendere con decisione verso l’umanità, lasciandosi indietro il proprio essere un burattino. In questo caso, Geppetto morendo nota una lacrima scendere lungo la nostra guancia e ci riconosce, dicendo “Mi dispiace, figliolo“. Questa reazione conferma la nostra umanità, il cuore di Carlo vive dentro P che ora non è più un semplice burattino, è troppo umano per essere solo una macchina. P può quindi provare dolore per la perdita di suo padre, anche se si tratta di un personaggio pieno di oscurità e dalla dubbia moralità.

In questo finale assistiamo a una scena inedita che ci mostra infine un burattino dalle sembianze di Sophia, al quale decidiamo di dare il nostro Ergo. Sophia si risveglia e ci confermerà tramite la sua lettera che la situazione a Krat sta lentmente migliorando grazie al nostro operato. Si tratta di un finale perfettamente circolare rispetto all’inizio di Lies of P, durante il quale Sophia ci aveva risvegliati per chiamarci in suo soccorso. Ora, in un certo senso, le restituiamo quanto ci aveva dato, compiendo fino in fondo la nostra missione.

Lies of P – La scena post-crediti

Qualsiasi sia il finale raggiunto, potremo goderci una scena post-crediti piuttosto singolare: scopriamo che Giangio, l’NPC legato agli Zecchini d’oro sempre apparso come timoroso e remissivo, è un gran bugiardo. Lo vediamo comodamente seduto nella carrozza di un treno, mentre parla al telefono con qualcuno. Il suo vero nome, a quanto sembra, è Paracelso.

Paracelso è il nome di un medico e alchimista realmente vissuto nel Sedicesimo Secolo, un riferimento confermato anche durante il gioco, visto l’interesse di Giangio verso la medicina in generale (è proprio lui a fabbricare una cura per Antonia, se lo desideriamo). In questo breve dialogo, Giangio/Paracelso parla di P come di una entità risvegliata, una nuova Umanità. A quanto pare anche lui fa parte di queste creature immortali e “risvegliate”, in quanto ci chiama “fratello” e… i suoi capelli sono dello stesso grigio-blu di quelli di P una volta raggiunto il massimo della sua umanità durante il gioco. Un dettaglio da non trascurare.

La persona che parla con Paracelso fa riferimento a qualcosa che sarà necessario recuperare, probabilmente si tratta del Braccio di Dio ottenuto dopo aver ucciso Simon Manus, una reliquia sacra per gli Alchimisti.

Ma è al termine del dialogo che arriva il bello.

Paracelso e l’Organizzazione di cui fa parte vogliono trovare un altro personaggio chiave, Dorothy. Vi dice qualcosa questo nome? Dorothy Gale è la ragazzina protagonista de “Il meraviglioso mago di Oz“, scritto da L. Frank Baum nel 1900, un personaggio davvero famoso nell’immaginario collettivo, comparabile probabilmente a Pinocchio. La conferma che si tratti davvero di Dorothy arriva anche dalla cutscene finale, che mostra solo un piccolo dettaglio di un libro, ma quanto basta per fugare ogni dubbio.

Si tratta della copertina proprio de “Il meraviglioso mago di Oz” nella sua prima edizione, con le zampe del leone in bella vista. C’è poco da equivocare.

La cutscene termina con la canzoncina spensierata di una ragazzina. Vediamo solo le sue scarpe rosse e lustre e i suoi calzettoni, ma la ragazza fa scontrare i suoi talloni per tre volte: un altro riferimento esplicito a Oz, in quanto è proprio questo il gesto da compiere per tornare a casa, nel “mondo reale”.

Lies of P, come continuerà la storia? – Che DLC possiamo aspettarci?

Dopo aver tratto le nostre conclusioni, è evidente che nell’immaginario creato da Lies of P entreranno in gioco altri personaggi provenienti dagli universi narrativi legati alla letteratura fantastica per l’infanzia. Dorothy, che ora osserva Krat da una terrazza sopraelevata, potrebbe benissimo essere interessata al cuore del nostro P ormai diventato umano. L’Organizzazione degli Eterni è alla ricerca di nuovi membri, è molto probabile quindi che il mondo di Lies of P sia solo una piccola parte di un progetto più ampio che porterà alla scoperta di altri personaggi e a conflitti più grandi, tra forze che ancora non conosciamo.

Di sicuro si tratta di una prospettiva intrigante, che sia realizzata nei DLC o in un secondo capitolo effettivo.

I DLC a questo punto potrebbero essere dei semplici capitoli intermedi tra le vicende che già conosciamo e quelle più legate a Dorothy, un anello di congiunzione dalla breve durata, oppure potrebbero già essere invece strettamente correlati al destino di P, all’Organizzazione degli Eterni e a Dorothy. Di certo il mondo del Mago di Oz è sconfinato, troppo a nostro avviso per essere relegato solo ai DLC, ma non sappiamo che durata avranno questi contenuti aggiuntivi quindi non c’è certezza a riguardo.

Un’altra ipotesi potrebbe essere legata all’approfondimento di personaggi già noti come Venigni, il Gatto e la Volpe, Sophia, la Confraternita dei Conigli neri. Ma questa ci sembra un’eventualità più remota e meno interessante.

Ad ogni modo, di qualsiasi cosa si tratti, esiste uno Stargazer dorato e in parte arrugginito all’entrata del Sentiero del Pellegrino, tra alcune lapidi. Se interagiamo con il misterioso Stargazer ci viene detto che non è utilizzabile al momento. Con tutta probabilità sarà proprio quello l’ingresso del primo DLC di Lies of P.

Noi come sempre vi terremo aggiornati. Buon viaggio, burattini!

Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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