Home Videogiochi Speciali Quando il prezzo giusto fa il successo: il fenomeno dei giochi a 49,99 euro

Quando il prezzo giusto fa il successo: il fenomeno dei giochi a 49,99 euro

Negli ultimi anni, il panorama videoludico è cambiato radicalmente, è inutile nasconderlo. Se da un lato assistiamo a licenziamenti di massa, chiusure di studi e cancellazioni di progetti, dall’altro il numero di uscite sembra non arrestarsi. Anzi, mai come ora i giocatori si trovano di fronte a una mole impressionante di offerta, spesso di qualità sorprendente.

Per ogni titolo di grande richiamo come Monster Hunter Wilds o Death Stranding 2: On the Beach, spuntano piccole perle come Blue Prince o Keep Driving. E tutto ciò senza contare quella pila di giochi in arretrato che molti si promettono di “smaltire”, salvo poi continuare ad allungarla a ogni offerta lampo.

Un mercato più vario che mai

Intendiamoci, questa sovrabbondanza non è necessariamente un male. I videogiocatori sono un pubblico eterogeneo, e avere a disposizione una vasta gamma di titoli di qualità significa dare a ciascuno la possibilità di trovare il proprio intrattenimento ideale. Certo, ci sono aziende che puntano al profitto immediato, come nel caso di Mario Kart World, che quest’anno ha conquistato la palma per il prezzo più alto mai proposto per una versione fisica (90 euro). Tuttavia, altre realtà si muovono con maggiore prudenza: persino Microsoft ha fissato il prezzo di The Outer Worlds 2 a 69,99 euro, una scelta che fino a pochi anni fa sarebbe sembrata impensabile per un colosso del genere.

La platea di software, però, non si limita ai blockbuster da 60 o 70 euro. Gli utenti possono spaziare tra rogue-lite, avventure in 2D isometriche, sandbox di crafting infinito, colossali RPG, narrazioni sci-fi basate sui dadi e sulla scelta morale, o survival game di gestione delle risorse. A fianco di questi, nello scaglione dei 60 euro, troviamo titoli di prestigio come Kingdom Come: Deliverance 2 o Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii.

L’ascesa della fascia 49,99 euro

Eppure, il 2025 sembra essere l’anno di una fascia di prezzo insospettabile: 49,99 euro. Un’etichetta che, fino a qualche anno fa, sarebbe stata associata con sufficienza alla categoria “doppia A”, lontana dal luccichio delle grandi produzioni tripla A. Oggi, invece, sembra essere la culla di alcuni dei giochi più apprezzati dell’anno.

Tutto è cominciato con Split Fiction di Hazelight, venduto a 10 euro in più rispetto al precedente It Takes Two. Una scelta rischiosa che si è rivelata vincente: oltre 4 milioni di copie vendute in due mesi. Ma il vero punto di svolta è arrivato con Clair Obscur: Expedition 33, debutto di Sandfall Interactive. Grazie a una direzione artistica straordinaria, una storia avvincente, personaggi ben scritti, un eccellente sistema di combattimento a turni e una colonna sonora da brividi, il gioco è già considerato da molti il Game of the Year. Con una durata di circa 30 ore, inferiore a quella di colossi come Final Fantasy VII Rebirth, ha conquistato il pubblico proprio grazie al suo prezzo accessibile.

Nuove IP e vecchie glorie

Anche la remaster di The Elder Scrolls IV: Oblivion si è inserita in questa fascia, nonostante un lancio complicato da bug e problemi tecnici, soprattutto su PC. Il fascino rinnovato del titolo e il prezzo competitivo, uniti alla disponibilità su Game Pass, lo hanno reso il gioco più venduto dell’anno negli Stati Uniti.

Sulla stessa lunghezza d’onda troviamo Ready or Not, sbarcato su console e capace di vendere oltre due milioni di copie in due settimane, probabilmente grazie alla scarsità di validi shooter tattici a squadre e alla sua qualità complessiva.

Altri esempi? Wuchang: Fallen Feathers, action RPG dal buon comparto artistico ma con performance altalenanti su PC, e Mafia: The Old Country, prequel ambientato a San Celeste, location mai esplorata a fondo nella saga. Quest’ultimo, in particolare, stupisce: qualità visiva e recitazione da tripla A, ma un gameplay più conservativo rispetto all’ambizioso open world di Mafia III. Probabilmente un budget più contenuto ha permesso a Hangar 13 di mantenere il prezzo basso, senza però compromettere il valore percepito.

Prezzi senza regole

Secondo Michael Pachter di Wedbush Morgan, intervistato da GamesRadar, il mercato dei prezzi è oggi una sorta di “Far West” privo di standard chiari, come invece avveniva nelle generazioni precedenti. I titoli dal prezzo più alto sono in genere quelli sostenuti da fanbase fortemente dedicate, disposte a pagare qualsiasi cifra per averli al lancio. Questo spiegherebbe come Mario Kart World, pur criticato per il prezzo, abbia venduto 5,63 milioni di copie nel primo mese.

La vera forza dei giochi a 49,99 euro, però, è che danno l’impressione di valere più di quanto costano. Non solo per la qualità intrinseca, ma anche perché spesso rinunciano a microtransazioni invasive, battle pass e altre forme di monetizzazione aggressiva. È un equilibrio raro, e non sempre replicabile: il tempo dirà se Mafia: The Old Country avrebbe potuto vendere di più a un prezzo superiore.

Il giusto compromesso

Lo avrete certamente intuito, questa fascia sembra rappresentare un perfetto punto di incontro tra sperimentazione e qualità. Titoli che osano con storie, meccaniche e stili artistici originali, pur mantenendo un livello tecnico e produttivo vicino agli standard tripla A. Il concetto di “valore” resta soggettivo, certo: anche molti giochi da 70 o 80 euro offrono decine di ore di intrattenimento impeccabile. Ma in un mercato saturo, dove ogni anno escono decine di titoli di richiamo, vedere progetti ambiziosi venduti a un prezzo più accessibile è una ventata d’aria fresca.

Non ci saranno forse dozzine di nuovi RPG a turni con trame memorabili nella fascia 49,99 euro, ma il solo fatto che un titolo come Clair Obscur sia riuscito a imporsi dimostra che c’è spazio per un approccio diverso. E, per i giocatori, questo significa una sola cosa: più possibilità di scegliere, senza per forza spendere cifre folli.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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