Home Cinema The Mandalorian 3×01, recensione: tutto non è come prima

The Mandalorian 3×01, recensione: tutto non è come prima

The Mandalorian, la serie nata dalla mente di Jon Favreau e Dave Filoni, non è nata con l’intento di fare da apripista a nuove serie e film, eppure lo è diventato. Con il successo della prima stagione, le ambizioni si sono moltiplicate andando in mille direzioni, con Lucasfilm ora più orientata a seguire questo filone piuttosto che addentrarsi in epoche e personaggi sconosciuti: è così che è già arrivata The Book of Boba Fett, ed è sempre così che quest’anno arriverà anche Ahsoka – niente da fare invece per Rangers of the New Republic, cancellata da tempo dopo le polemiche che hanno investito Gina Carano.

Non è mai nata in questo senso, dicevamo, eppure lo è diventata: The Mandalorian è la serie che ha ridato fiducia nel franchise di Star Wars dopo gli scempi di Episodio IX, ed era naturale che Lucasfilm volesse ripartire proprio dai suoi successi. E dopo aver trainato il brand per anni, ridandogli vitalità, lo show più apprezzato (insieme all’ottimo Andor) torna, finalmente, con una terza stagione che fa riaffiorare i piacevoli ricordi e rientra nelle più intime atmosfere che competono al mandaloriano.

E mentre c’è già chi grida allo scandalo per un episodio sottotono, per le aspettative disattese e per situazioni inspiegabili (abbiamo realizzato un articolo di riepilogo degli eventi che precedono la serie, nel caso vi foste persi qualcosa), gli spettatori ben consci dell’impossibilità di replicare (almeno per ora, ipotizziamo) un cliffhanger come quello che concluse la seconda stagione, con la clamorosa apparizione di Luke Skywalker, hanno goduto di un ritorno coi fiocchi, un episodio di ripartenza che stabilisce le prime, nuove premesse narrative sulle quali la stagione si baserà.

Ed è così che, dopo una sequenza a dir poco esaltante che mostra i riti d’iniziazione dei mandaloriani e una adrenalinica battaglia con una gigantesca creatura, ecco che Din Djarin (Pedro Pascal) si riprende la scena insieme a Grogu, questa volta per mettersi in cammino verso una missione che lo condurrà inevitabilmente nella terra natia, Mandalore, alla ricerca di ciò che è rimasto dopo la purga dell’Impero. La stessa introduzione, ricca di mandaloriani, è un modo per ribadire probabilmente che il focus principale di questa terza stagione si concentrerà sul riscatto di una civiltà che si è vista strappare case, storie e famiglie.

Non senza qualche sorpresa sparsa qua e là, il primo episodio si trascina dietro il compito di fare da nuovo inizio a questa storia, solo accennata nel corso delle precedenti stagioni e in The Book of Boba Fett, ed è anche e soprattutto per questo che i tempi sono molto dilatati, pur essendo un episodio di breve durata. Din riscopre nuovi e vecchi alleati, rivela alcuni importanti indizi che torneranno certamente utili in futuro, e fa visita al “mentore” Greef Karga (Carl Weathers) in una Nevarro ora cambiata radicalmente anche e soprattutto grazie al mandaloriano. Tutto è cambiato, dall’esordio dello show, eppure è ancora tutto splendidamente famigliare.

Quello che prima era caos, ora è ordine, ma l’episodio non fa a meno di ricordare che il pericolo è sempre dietro l’angolo e concedere qualche brillante scena d’azione e di inseguimento, quest’ultima in particolare importante per dare a Mando un’ulteriore minaccia nel suo percorso futuro verso la redenzione. La stessa redenzione che Lucasfilm cerca dopo due anni di altalenante qualità, passando dallo splendore di Andor alla povertà scenica di Obi-Wan Kenobi. Ancora una volta, Din Djarin si carica sulle spalle l’intero destino di Star Wars.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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