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[Recensione] Marvel’s Spider-Man 2

Creare un videogioco su Spider-Man è sempre una sfida. Crearne due che ottengono enormi successi è ancora più difficile, e per Insomniac Games è arrivato il momento di confrontarsi con un titolo che, necessariamente, deve superare le aspettative. Non solo perché ci troviamo finalmente solo ed esclusivamente su PS5 (ricordiamo che anche God of War: Ragnarok è stato lanciato come gioco cross-gen), ma anche perché in Marvel’s Spider-Man 2 assistiamo al debutto di una delle storiche nemesi del personaggio, Venom.

Dopo le ottime prove del gioco del 2018 e lo spin-off su Miles Morales, gli insonni di Sony erano quindi chiamati a ribadire l’eccezionalità del franchise dell’Arrampicamuri di casa Marvel, riuscendo quasi alla perfezione in questo compito. Vi raccontiamo tutto nella nostra recensione di Marvel’s Spider-Man 2, un gioco che ha osato da un lato e tirato il freno dall’altro.

La città che non dorme mai (e piena di ragni)

L’azione, come è giusto che sia, è concentrata in quel di New York. Bella, grande, molto più viva (il passaggio alla generazione successiva si fa sentire, anche nelle interazioni con auto e NPC) e anche più grande. Raddoppiano i protagonisti, e di conseguenza raddoppia anche la superficie esplorabile della città, che ora include numerosi quartieri in più oltre il ponte di Brooklyn tra cui il Queens. Tutto molto affascinante, e sin dai primi minuti è Insomniac stessa che imprime nella testa del giocatore queste gigantesche dimensioni: Peter e Miles, entrambi a scuola per varie ragioni (non faremo spoiler), sono costretti a precipitarsi dall’altra parte della città causa l’attacco di Flint Marko, aka Uomo Sabbia, che sta terrorizzando gli abitanti di New York.

Ne sussegue una sequenza iniziale al cardiopalma, che funge sia da tutorial, sia da fulgido esempio di ciò che Insomniac Games ha progettato a livello di gameplay e dinamiche per spostarsi e muoversi tra gli edifici. Non manca ovviamente la possibilità di oscillare tra i grattacieli dello skyline della Grande Mela (farlo osservando da lontano la torre degli Avengers è sempre un grandissimo spettacolo), ma vista l’immensità del mondo di gioco gli sviluppatori hanno anche introdotto le ragnatele ascellari che, sostanzialmente, consentono a Peter e Miles di spostarsi “volando” – o meglio, planare molto, molto a lungo.

Il prologo è quindi molto più adrenalinico di quello del primo capitolo (in quell’occasione fu Kingpin il cattivo da sconfiggere, e possiamo ora ipotizzare che anche nel terzo capitolo troveremo una situazione simile), e fa da subito capire che la carne al fuoco sarà tantissima. Battuto l’Uomo Sabbia, dal quale scaturiscono poi i nuovi collezionabili (molto ben contestualizzati e interessanti, e questo è un bene), la tranquillità è infatti una chimera: Peter deve fare i conti con i suoi problemi della vita reale, mentre Miles ha altro per la testa, specie per quanto riguarda il suo rapporto con la madre e i ricordi del padre. Come se non bastasse, il cacciatore Kraven irrompe con il suo esercito a New York con l’intenzione di catturare tutti i superdotati in circolazione, tra i quali anche un temibile simbionte di nome Venom che si aggira furtivamente e furiosamente tra le strade della città.

Le storie dei due protagonisti, intercambiabili in qualsiasi momento al di fuori però delle missioni della campagna principale, sono combinate con piacere e intrigo, grazie anche a una sceneggiatura che riesce a elevarsi rispetto a quella del suo predecessore. Più volti in gioco significa più linee narrative che si intersecano, più profondità e contrasti, senza dimenticare i comprimari come Mary Jane Watson, ancora una volta protagonista di sezioni dedicate – ma meglio strutturate, e su questo Insomniac ha evidentemente ascoltato i feedback che sono arrivati dopo il titolo del 2018.

Senza anticipare nulla sui colpi di scena e sulle apparizioni a sorpresa tra campagna e missioni secondarie, queste ultime ricolme di riferimenti all’universo Marvel e ad altri nemici dell’Uomo Ragno come il già annunciato Mysterio, l’intero impianto narrativo di Spider-Man 2 è ricchissimo, studiato nei minimi dettagli e appassionante. Insomma, l’ulteriore conferma che in casa Sony si fa una grande attenzione alla scrittura e alla creazione di storie memorabili, le quali, nonostante siano aperte al futuro, soddisfano in ogni momento, grazie anche all’immancabile componente cinematografica di cui la produzione è permeata.

Due ragni al prezzo di uno

Il senso di fluidità perfetta di Marvel’s Spider-Man 2 si percepisce non solo nella fase di esplorazione, senza caricamenti e con un mondo in perenne movimento, ma anche nel combattimento, che ha preso, come l’intero gioco, le solide basi del primo capitolo ampliandole con nuove aggiunte.

Il gioco è costruito attorno a battaglie sempre via via più impegnative contro scagnozzi generici o affiliati a qualche villain (abbiamo citato l’esercito di Kraven), con entrambi gli Spider-Men che possono contare su una vasta gamma di mosse lancia-ragnatele e attacchi corpo a corpo ai quali si aggiungono le immancabili combo e ovviamente i gadget. I due supereroi possono sollevare i nemici in aria e colpirli, ma possono anche lanciare ragnatele per distrarre e bloccare, lanciare attacchi fulminanti (capacità legata ovviamente a Miles, che già avevamo visto nello spin-off del 2020), e naturalmente utilizzare le abilità dei tanti e superlativi costumi, tutti da sbloccare e scoprire. Si procede così in direzione di un gameplay frenetico e sempre variegato, al quale poi si aggiunge una nuova gamma di poteri sui quali non vogliamo fare alcun tipo di spoiler (ma sapete benissimo di cosa si tratta).

Anche le boss fight sono ispiratissime, con fasi dopo fasi di azione adrenalinica. Questi scontri sono talmente perfetti che sale il desiderio di continuarle all’infinito, o ancor di più di assistere a nuovi supervillain che decidono di irrompere sulla scena. Le parti invece sottotono riguardano, come nel primo capitolo, le fasi stealth in panni civili un po’ troppo diluite e le sequenze allucinogene alle quali i protagonisti sono di tanto in tanto sottoposti in alcuni momenti della trama, troppo lente per tenere sull’attenti i giocatori.

La preoccupazione più grande però, insieme a qualche bug di troppo che però per fortuna non inficia sul gameplay, riguarda la gestione dell’open world. New York è gigantesca, ben ricostruita, ricchissima di easter egg e piena di vita, ma le attività extra da svolgere nella città che non dorme mai si riducono troppo spesso a crimini minori, auto in corsa da fermare e gli immancabili collezionabili, ripetendosi all’infinito. Inutile ricordare che l’aspetto contenutistico e qualitativo dell’open world era stato un elemento abbastanza criticato anche in occasione del primo capitolo, e da Insomniac Games ci si aspettava qualcosa di più in termini di interesse generato per il mondo aperto.

Anche se l’opera resta perfettamente godibile e sempre divertentissima, resta un peccato: in previsione di un terzo capitolo, che certamente si farà vedendo gli incredibili risultati di questi primi giorni, si tratta sicuramente dell’aspetto sul quale lo studio dovrà lavorare con maggiore attenzione per innalzare Spider-Man verso quei capolavori del genere supereroistico che sono stati Batman: Arkham City e Arkham Knight.

Ringraziamo PlayStation Italia per il codice review.

8.9
Review Overview
Riassunto

Marvel's Spider-Man 2 non rappresenta l'enorme balzo qualitativo che qualcuno si aspettava, ma resta un sequel coi fiocchi: il gioco mantiene le solide basi dei due titoli prima di lui, e mette insieme Peter e Miles per un'avventura semplicemente magnifica. Il gameplay è stato ulteriormente ampliato con nuovi attacchi e abilità, dando vita a scontri sempre più variegati, specie contro i boss. Peccato solo per una certa superficialità nella gestione dell'open world, anche se il solo limitarsi a svolazzare tra i grattacieli di New York è sempre una splendida esperienza.

Pro
Una magnifica avventura Gameplay ampliato e migliorato Tecnicamente appagante
Contro
L'open world non è stato migliorato a livello contenutistico Qualche bug di troppo
  • Concept & Trama8.5
  • Gameplay9
  • Comparto Artistico9
  • Comparto Tecnico9
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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