È un momento drammatico, forse addirittura critico per Destiny 2.
Solo qualche settimana fa, dopo anni di grandi guai economici e abbandoni da parte della community, Bungie ha ammesso candidamente di non aver saputo in alcun modo gestire Destiny 2, neppure con il rilancio de I Confini del Destino questa estate – un’espansione che anche noi, nella nostra recensione, abbiamo criticato. La strada però, al momento, sembra tracciata: I Ribelli, il nuovissimo DLC ispirato a Star Wars, è una tappa che il team aveva già deciso da tempo, e quindi eccolo qui.
I risultati, in termini di giocatori, sono anche peggio del previsto, in quanto I Ribelli ha avuto il peggior debutto nella storia dei DLC di Destiny 2. Un biglietto da visita impietoso per un gioco che un tempo era considerato una potenza dei live service, e oggi è invece composto da una ristretta community che rimpicciolisce sempre di più. Stavolta, però, questi bassi numeri non hanno a che fare con la qualità, bensì con la nomea che oggi circonda Destiny 2: è un gioco ormai spacciato?
Solo il tempo potrà darci una risposta, ma intanto siamo tornati ancora una volta nell’universo fantasy dei creatori di Halo per capire se, almeno questa volta, Bungie abbia saputo creare un’espansione godibile e ben strutturata, al contrario di quella estiva. Ecco la nostra recensione.
Versione provata: PS5
Destiny 2: Una nuova speranza (per Bungie)

Il nuovo DLC., come del resto Bungie aveva già rivelato da tempo, non nasconde mai i propri intenti: è un gigantesco e gioioso omaggio a Star Wars fin dalla prima inquadratura, con l’inseguimento di una nave enorme a una più piccola che, ovviamente, richiama alla mente l’iconica scena d’apertura di Episodio IV: Una nuova speranza.
La dinamica in stile Guerre Stellari calza a pennello, dato che Destiny ha sempre avuto concetti analoghi: Guardiani e Dredgen sono come Jedi e Sith, facce della stessa medaglia, con Luce e Oscurità a fare il ruolo che nella saga di George Lucas è della “Forza”. Questa volta, la storia è molto più diretta e ricorda chiaramente Una nuova speranza o Il Ritorno dello Jedi: un nuovo cattivo, Dredgen Bael, fa la sua comparsa con una setta della Cabala, il Barant Imperium, dotata di armature bianche, sofisticati scudi tech, camminatori simili agli AT-ST e l’ambizione di costruire una super-arma. Obiettivo: distruggerlo, prima che sia troppo tardi.
Dopo il disordine de I Confini del Destino, in tutti i sensi, I Ribelli propone finalmente un arco narrativo più lineare, il che è un sollievo pensando a quanta confusione ha fatto Bungie con la precedente espansione. Nonostante i vari richiami all’universo narrativo di Lucas, la scrittura e le domande poste dal personaggio offrono una prospettiva fresca su tutto ciò in cui si è creduto fin dall’inizio di Destiny nel 2014. Le solite avvertenze sulla trama di Destiny 2 sono valide: aspettatevi molte spiegazioni e dialoghi cruciali durante i combattimenti.
Questi non sono i Guardiani che state cercando

Mentre la campagna sposta l’azione per la galassia e nell’inedito spazio social, l’Avamposto di Tharsis, la vera succosità è nell’attività Frontiera Senza Legge. Questo approccio più sandbox ai contenuti è qualcosa che i fan desideravano da tempo, ed è fantastico. Ci si lancia in solitaria o in squadra per completare obiettivi variabili, dalla caccia a un boss al far saltare in aria ogni cosa, per poi fuggire.
Si temeva che uno spazio di gioco più ampio potesse diluire l’eccitante gunplay di Destiny, ma l’introduzione di nuove abilità Rinnegato, come i bombardamenti dalla nave o le capsule mediche, aggiunge un elemento divertente. L’unica pecca di questo sistema è che condivide lo stesso pulsante non solo con le finisher, ma anche con l’attivazione della Trascendenza Prismatica, portando a qualche attivazione indesiderata. Bungie ha anche mantenuto l’attività avvincente aumentando la densità dei nemici ovunque nella Frontiera Senza Legge. Ci sono così tanti avversari da abbattere che le missioni si concludono regolarmente con quattrocento o cinquecento uccisioni, rendendola un ottimo banco di prova per le nuove build. Paradossalmente, un’area di questo tipo è sempre mancata in Destiny 2, nonostante la community la chiedesse da qualcosa come 8 anni. Meglio tardi che mai.
Una volta completata la missione, si viene spinti a tornare all’Avamposto di Tharsis, per accettare gli incarichi dalle organizzazioni criminali che presidiano la Frontiera. Il nuovo spazio social è ricco, rendendo la Torre un po’ meno silenziosa, e i suoi interni più piccoli la fanno sembrare un vero alveare di attività. Peccato solo per il punto di spawn, un po’ troppo lontano dalla vera e propria Cantina: una corsa inutile lungo la facciata che stanca presto.
Altra novità di cui occorre parlare è la Lama Prassica, spada esotica che può essere ottenuta proseguendo con la storia principale de I Ribelli. Bisogna ammetterlo, è divertentissima da usare, con tanto di colori personalizzabili e la possibilità di deviare i proiettili e scagliarli contro i nemici. È sbilanciata, ma è un piacere da impugnare.
Molto più appropriati, invece, sono i nuovi Blaster, un inedito archetipo che rinuncia alle munizioni in favore di un sistema di ventilazione per prevenire l’accumulo di calore. Anche qui, c’era incertezza, ma ogni arma è un successo, dal Fucile a Impulsi iniziale al Cannone Portatile, fino al nuovo Fucile di Precisione Pesante.
Ora, queste nostre considerazioni si basano ovviamente sui primi giorni di gioco di Destiny 2: I Ribelli, e non possiamo prevedere come si metteranno le cose in futuro. I Confini del Destino, ad esempio, non ha avuto alcun tipo di miglioramento nel corso del suo supporto, ma c’è da dire che questo nuovo DLC parte fortunatamente con prospettive e basi molto più solide.
I Ribelli appare come l’espansione che può davvero rimettere Destiny 2 in carreggiata, ma i problemi del gioco ora sono altrove. Bungie non solo deve cercare di mantenere questo slancio, ma deve anche a tutti i costi riacquistare la fiducia di una community sempre più frammentata, cosa non semplice considerando anche che ora ci sono meno contenuti mensili rispetto a prima. Il PvP, inoltre, sembra essere un ambito che ormai Bungie considera passato: non ci sono contenuti e novità, e non sappiamo neanche se e quando arriverà qualcosa.
Tuttavia, con una storia divertente, nuove armi fantastiche e un’attività caotica che lega il tutto, è un pacchetto che invita il giocatore a tornare.

Review Overview
Riassunto
Dopo l'opaca I Confini del Destino, l'espansione I Ribelli si pone come un buon DLC narrativo, condito da interessanti introduzioni e meccaniche, e aiutato anche dal legame con Star Wars. Niente di sconvolgente, ma un buon pacchetto aggiuntivo; se però cercate qualcosa legato al PvP, non vi tornerà utile a niente.
Pro
Bella storia e buon omaggio a Star Wars Novità anche troppo potenti, ma ormai va bene cosìContro
PvP ormai abbandonato al suo destino Sì, è come sempre ripetitivo a un certo punto, ma questo è nella natura del gioco- Giudizio complessivo7.2
Scrivi un commento