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[RECENSIONE] The Quarry

Dopo Until Dawn e quasi in contemporanea con l’atteso “The Devil in me”, Supermassive Games torna a sorpresa con un nuovo ambizioso progetto, The Quarry.

Presentato come il seguito spirituale di Until Dawn, The Quarry riprende gli stilemi classici dei giochi Supermassive, ma punta tutto sull’esperienza cinematografica: il titolo è a tutti gli effetti una mini serie tv (dura circa 10 ore) interattiva, che lascia il giocatore libero di scegliere in che modo godersi l’esperienza.

L’estate 2022 si tinge di horror, ma The Quarry riesce davvero a raggiungere i propri obiettivi? Scopriamolo insieme in questa recensione, completamente priva di spoiler.

Versione provata: PS4.

Obbligo o verità? La trama di The Quarry

Siamo a fine agosto, in un luogo suggestivo in mezzo alla natura. Dopo due mesi totalmente isolati da tecnologia e internet, 7 ragazzi si apprestano a terminare il loro lavoro come tutor in un campo estivo: i bambini sono andati via, non resta che ripulire, fare i bagagli, recuperare i cellulari e levare le tende. Ma si sa, l’estate è galeotta, favorisce la nascita di amori e amicizie, per questo c’è anche un po’ di malinconia nel doversi separare dopo due mesi insieme. Insomma, rimanere una notte in più non guasterà no?

E quindi eccoci tutti davanti a un falò, a giocare a “Obbligo o verità?”, stuzzicandosi, facendo leva sulle cottarelle che sono nate durante l’estate. Tutto molto pittoresco. Peccato che il campo estivo non sia esattamente un luogo sicuro e quei 7 sbarbatelli lì proprio non ci sarebbero dovuti essere. Antiche minacce si aggirano per i boschi: letali. Chi riuscirà a passare la notte indenne?

Proprio come in Until Dawn, anche qui i 10 capitoli che compongono la storia di The Quarry sono scanditi dal passare delle ore: l’obiettivo è plasmare le sorti dei vari protagonisti. Alla fine alcuni vivranno, altri magari no, chi lo sa. La struttura è sempre la stessa, le dinamiche sono classicissime e gli appassionati di racconti dell’orrore non ci troveranno proprio nulla di speciale: c’è da dire però che, dopo le prime 2/3 ore decisamente lente, la trama di The Quarry riesce ad interessare grazie a delle idee ben riuscite, che smuovono un po’ le acque e rendono il tutto più accattivante. Il numero dei personaggi aumenta inaspettatamente, ce ne sono alcuni più interessanti di altri, ma in generale i tratti stereotipati sono controbilanciati da alcune figure molto ben tratteggiate. Non parliamo di personaggi iconici, ma comunque in grado di portare una bella ventata di aria fresca nei cast che solitamente vediamo nei giochi di Supermassive.

Insomma, non aspettatevi nulla di rivoluzionario, ma il divertimento è garantito. Peccato per alcuni dialoghi fuori luogo e diversi discorsi troppo prolissi, ma la qualità generale della scrittura ha subito un notevole passo avanti rispetto ai titoli precedenti.

Gameplay: giocare o non giocare, questo è il dilemma

The Quarry, più che la Dark Pictures Anthology e più che Until Dawn, punta ad offrire al giocatore un’esperienza altamente personalizzabile, tutta basata sull’immersività. Si tratta di una serie tv interattiva, da vivere da soli o in compagnia degli amici. La modalità classica si presenta come i precedenti titoli Supermassive: lunghe cutscenes durante le quali il giocatore prende parte all’azione intervenendo durante i dialoghi, prendendo decisioni (scappi o ti nascondi? Spari o non fai nulla?) ed esplorando gli ambienti. Si tratta comunque di luoghi molto circoscritti, privi di quell’inaspettata ariosità che caratterizzava le parti finali di House of Ashes. Lo spazio di movimento è molto limitato.

Durante le parti in cui ci si trova a nascondersi da una minaccia, il giocatore deve semplicemente tenere premuto un tasto per far sì che il proprio personaggio trattenga il fiato e non venga scoperto: una meccanica che ci è sembrata più noiosa e meno intrattenente rispetto alle precedenti, che ad esempio prevedevano il premere a ritmo per mantenere sotto controllo il battito cardiaco.

I qte (quick time events) sono anche questa volta piuttosto efficaci: arrivano spesso quando meno ce lo si aspetta, aiutando a creare la giusta tensione.

In The Quarry tornano i collezionabili, sottoforma di indizi, prove e tarocchi: questi ultimi in particolare ci permetteranno, al termine del capitolo, di dare un’occhiata al futuro se lo vogliamo. Una misteriosa cartomante ce li leggerà: questo personaggio, che parla direttamente al giocatore, è stato una piacevole scoperta, anche se inizialmente potrebbe sembrare meno interessante rispetto al Curatore. Tenetela d’occhio…

I menu di gioco ci sono sembrati molto ben fatti: sono una sorta di diario di bordo di tutto ciò che accade. La mappa del campo estivo riporta la posizione dei personaggi e il loro status (vivo o morto), nelle sezioni dedicate invece alle prove e agli indizi si possono scoprire altri dettagli interessanti che, se combinati, permettono di ricostruire il quadro generale dell’intera vicenda, proprio come se fossimo degli investigatori in erba: intrigante.

In The Quarry esiste inoltre un’altra modalità di gioco, denominata “cinema”, dove il gameplay viene meno e ci si gode lo spettacolo. È possibile inizialmente scegliere se fare morire tutti, se salvare tutti o se selezionare manualmente i tratti caratteriali dei personaggi, per vedere come va a finire. Ce n’è per tutti i gusti.

Aspetto tecnico: tra scivoloni e immersione

L’impatto grafico di The Quarry è ottimo, soprattutto in alcuni scorci particolarmente ispirati. Le animazioni facciali dei protagonisti sono migliorate, gli occhi risultano per la maggior parte del tempo più vivi e più pieni di personalità, a parte qualche sguardo strano e qualche mossa un po’ innaturale. Peccato per alcuni piccoli bug che abbiamo riscontrato nella nostra versione PS4 (capelli vibranti, qualche animazione in ritardo, scene che scattano, audio che si ripete in corrispondenza dei cambi di scena).

Seppur non abbiamo apprezzato la mancanza di opzioni che permettessero la scelta della lingua, il doppiaggio in italiano è ottimo e non ci ha fatto soffrire.

Ci sono sicuramente ancora passi da fare per quanto riguarda le luci e le ombre e alcuni elementi che sembrano ancora un po’ troppo plasticosi, ma in generale The Quarry si lascia guardare. La telecamera fissa su certe inquadrature è ormai un segno distintivo di Supermassive: se a volte aumenta l’angoscia e la sensazione di essere guardati, altre volte è solo disorientante e fastidiosa (non riusciamo a vedere dove vorremmo). Spesso i personaggi utilizzano delle fonti di luce per orientarsi nella totale oscurità, ma direzionare torce e cellulari resta un’impresa mica da ridere.

A parte queste piccole sbavature, l’esperienza risulta comunque molto godibile grazie a una storia che unisce classiche tematiche horror a momenti quasi tragicomici, con tantissimi bivi narrativi tutti da esplorare.

 

PUNTI DI FORZA:

  • Un cast ricco di personaggi ben tratteggiati
  • Tanti bivi narrativi da sperimentare
  • C’è anche una modalità cinema per godersi il tutto come se fosse una serie tv

PUNTI DI DEBOLEZZA:

  • Dialoghi prolissi, che portano via tempo all’azione
  • Qualche incertezza tecnica

 

Supermassive Games ripropone le sue meccaniche classiche in The Quarry, una nuova avventura narrativa a bivi che vede protagonisti diversi personaggi, tra cui 7 giovani ragazzi che passano un’ultima notte da tutor in un campo estivo ormai deserto e isolato dal mondo. Dopo una partenza decisamente lenta, pensata per introdurre la storia, la trama si fa più interessante e stratificata, tanto da sembrare più un thriller investigativo con elementi paranormali che un horror. Il gameplay rimane ridotto all’osso, si punta ancor più sull’aspetto cinematografico grazie a una modalità dedicata. La rigiocabilità è buona, grazie alle tante scelte da effettuare e al buon numero di personaggi, che biforcano la storia in moltissime direzioni. Se vi siete divertiti con Until Dawn e affini, potete andare sul sicuro: apprezzerete.

 

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Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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