Marvel: The Legendary Collection è una collana a cadenza quindicinale edita da Hachette. La collana, che si comporrà in totale di 100 numeri, include alcuni dei più grandi crossover della storia della Marvel, oltre ovviamente a storie dedicate agli amati personaggi. Per ogni informazione sulla raccolta o abbonarvi alle uscite, trovate tutti i link in fondo all’articolo.
Ho approfittato della Legendary Collection di Hachette per rileggere una saga crossover che non toccavo da molti anni: Assedio. La sintesi finale di un lungo arco narrativo iniziato anni prima da Brian Michael Bendis con Vendicatori Divisi, decostruendo i supereroi più potenti della Terra per poi condurli in un lungo percorso di crescita e rinascita, culminato, appunto, in questa spettacolare battaglia tra Norman Osborn e Asgard.
Tutto converge verso questo momento: i temi della fiducia, del potere, dell’eroismo e della loro rappresentazione nell’universo supereroistico sono stati esplorati in profondità, e in questa storia si cerca di chiudere il cerchio. L’idea è ambiziosa: ribadire che, nonostante siano passati anni di ambiguità morale, manipolazioni e conflitti interni, gli eroi — il concetto stesso di “Avengers” — hanno ancora un senso, un ruolo, una ragion d’essere.
Questa visione viene incarnata dal conflitto centrale della trama, in cui il supercattivo, ormai al culmine della sua potenza, muove l’attacco contro un regno mitico e con esso contro la fiducia nel sistema eroico che fino a quel momento aveva resistito. C’è un tono quasi epico, che gioca con l’idea del mito e del divino che si abbassa al livello umano, e dell’uomo che invece deve alzarsi al di sopra delle sue paure.
Dal punto di vista della realizzazione, la storia ha dei meriti indiscutibili. Il ritmo è fluido, specialmente per un crossover che coinvolge tanti personaggi e tante vicende parallele. La scelta di comprimere gran parte dell’azione in poche uscite dà l’impressione di un climax quasi cinematografico: si avverte l’urgenza di un rivoluzione che voleva essere epocale, un grande evento destinato a sconvolgere l’universo Marvel.
Letto da solo, tuttavia, Assedio è anche troppo. Per chi non è a conoscenza delle vicende che l’hanno preceduta — le grandi saghe, i retroscena, i tie-in con le serie individuali — la storia può risultare disorientante. Molti passaggi si appoggiano a conoscenze pregresse, e ciò fa sì che Assedio non si presenti come un racconto completamente autosufficiente. Fortunatamente, la raccolta di Hachette ha riassunto quasi interamente questo ciclo bendis-iano della Marvel nel corso dei mesi e degli anni, accompagnando così i lettori in questo percorso.
Il grande lavoro è comunque svolto su Osborn, che la Marvel ha brillantemente messo al centro del post-Secret Invasion per esplorarlo da più punti di vista. Non è solo un cattivo stereotipato, ma rappresenta un’idea — il rifiuto di certe componenti “irrazionali” dell’universo supereroistico, la scetticità verso il mito, verso l’eroe. In questo senso funziona come un contraltare: da un lato l’eroe costruito su valori che vanno oltre la mera efficienza, dall’altro uno che vuole rimuovere il superfluo, il “mitico”, l’eroico puro, perché lo considera una reliquia o una falsificazione. Il confronto non è dunque solo fisico ma anche filosofico, e aggiunge profondità alla narrazione.
E in più, Osborn è pure Goblin, cosa da non sottovalutare.
Dal punto di vista visivo, la miniserie non delude. Le tavole offrono momenti spettacolari, il design degli scontri è curato, il contrasto tra mito e urbano funziona bene. In un fumetto che chiede al lettore di credere di nuovo, il comparto grafico fa la sua parte: supporta la tensione, evidenzia l’impatto emotivo, dà respiro ai momenti più monumentali.
Per certi versi funziona benissimo in quel ruolo: serve a ricomporre, a unificare, a dare un nuovo inizio dopo anni di caos narrativo. Ma proprio perché questo è il suo scopo, ne deriva che chi non ha letto le serie precedenti rischia di perdere parte della forza del racconto. Alcune motivazioni restano implicite, certi passaggi sembrano abbreviati, alcune connessioni narrative sono date per scontate.
Assedio, comunque, mi convinse all’epoca e lo fa ancora oggi, anche se con riserve. È una spettacolare scazzottata, un po’ l’Endgame dei fumetti Marvel, utile comunque a riflettere sul valore dell’eroismo e per godere di un fumetto visivamente potente. È uno dei momenti in cui il “mondo dei supereroi” si prende sul serio e prova a raccontare qualcosa di più grande. Ma allo stesso tempo, è comunque incatenato al suo contesto narrativo: se pensato come standalone non rende al meglio; se letto come capitolo di una saga epica, funziona bene, e magari anche molto bene.
Ecco la sinossi del volume #73:
Norman Osborn ha preso il comando della sicurezza degli Stati Uniti e rimpiazzato lo S.H.I.E.L.D. con la sua sinistra organizzazione H.A.M.M.E.R. Il suo team composto dai Thunderbolts finge di agire come gli Avengers, ingannando il mondo intero con fasulle gesta eroiche. Mentre il potere dell’ex Goblin si rafforza, la sua sanità mentale scivola sempre più nella follia. Determinato ad annientare ogni forma di resistenza, Osborn punta gli occhi sulla leggendaria città di Asgard, dove avverrà una resa dei conti che scuoterà le fondamenta stesse dell’Universo Marvel.
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